Purificare e distruggere. Usi politici dei massacri e dei genocidi
Risultato
di più di vent'anni di ricerche e analisi sul tema della violenza,
delle sue espressioni estreme, dei suoi usi politici e degli esiti che
hanno scandito la storia del XX secolo, questo libro si propone di
reperire una logica, per quanto atroce e terribile, nell'inferno dei
genocidi. Il che è possibile solo attraverso una minuziosa ricostruzione
dei tragitti politici, delle poste in gioco, delle tattiche e strategie
per mezzo delle quali la violenza ha potuto trapassare - superando
interdetti ancestrali relativi alla stessa concezione dell'umanità - in
pratica genocidiaria e purificazione etnica. La violenza in questione è
quella estrema, apparentemente più ingiustificabile e terrificante, che
Sémelin invita a guardare senza subirne gli effetti sideranti o
addirittura l'atroce fascinazione, e che diventa comprensibile non
appena venga inscritta nelle condizioni, nei meccanismi e nei processi
che conducono alla messa a morte di massa. Il libro prende in
considerazione in particolare le tragedie della Shoah, dell'ex
Iugoslavia e del Ruanda, alla ricerca degli "operatori" logico-storici
che hanno funzionato nel progetto di distruzione del popolo ebraico, nel
programma di pulizia etnica attuato in Bosnia e nel genocidio ruandese,
mettendo a confronto ricerche, resoconti e testimonianze, e
intrecciando al lavoro di carattere storico l'analisi psicologica,
sociologica, antropologica, politologica.