Matrimoni romani tra diritto e realtà: monogamia, esogamia, etnogamia
Luigi Sandirocco - Aracne, 2016
L'attenzione
è incentrata sui princìpi che avrebbero retto le giuste nozze in Roma:
monogamia, esogamia e consenso. In nessuna epoca dell'esperienza
giuridica romana a un uomo sarebbe stato consentito di avere due o più
mogli legittime. Testimonianze del passato lascerebbero presumere che
non mancarono, nel corso dei tredici secoli di storia romana, eccezioni
che derogavano ai criteri ritenuti generali e condivisi nell'evoluzione
storico-sociale. In virtù del principio esogamico, inoltre, il
matrimonio era permesso solo tra coloro che appartenevano a distinti
gruppi, sia familiari sia gentilizi. Anche in questo caso non sono
mancate anomalie rispetto alla condivisione di valori comuni.
Reiteratamente, infatti, gli imperatori sono intervenuti a ridisegnare
le conseguenze e la loro punibilità. Il consenso, manifestazione
dell'affectio maritalis, infine, era elemento essenziale che distinse le
giuste nozze dalle unioni di fatto. Tutte le volte che esistevano
impediment i soggettivi al vincolo le coppie finivano, però, con
l'aggirare l'ostacolo preclusivo ricorrendo a stabili convivenze:
concubinato e contubernio.