I valori dell'Unione Europea e l'azione esterna
Elena Sciso, Roberto Baratta, Claudia Morviducci, Roberto Mastroianni, Francesco Cherubini, Daniele Gallo, Giuseppe Buccino Grimaldi, Christopher Hein, Agostina Latino, Gabriele Altana, Maria Giulia Amadio Vicere', Alberto Aspidi, Marise Cremona, Alessandra Feola, Luciano Monti
G Giappichelli Editore, 12 mag 2016
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Da
alcuni anni ormai, con una drammatizzazione crescente negli ultimi
mesi, l'Unione europea si dibatte in una crisi profonda, alimentata
dall'innesto di diversi fattori d'origine endogena ed esogena, che
sembrano minare dalle fondamenta la costruzione dell'integrazione
europea: dalla fragilità "strutturale" dell'Eurozona, efficacemente
rappresentata dalla lunga e drammatica crisi debitoria greca - tuttora
non superata - alla questione ucraina; dall'inarrestabile e tragico
esodo migratorio alla minaccia del terrorismo internazionale; dalle
situazioni di conflitto in aree geograficamente e strategicamente
vicine, quali Siria, Libia, Iraq alla ipotesi di uscita del Regno Unito
dall'Unione, che verrà verificata attraverso il referendum di giugno. Di
fronte alle grandi sfide che le sono dinanzi, l'Unione avrebbe bisogno
di mettere in campo una forte risposta comune, accompagnata da
interventi incisivi che coinvolgano al tempo stesso la governance
interna e la sua proiezione esterna, come attore globale delle relazioni
internazionali. Di fatto, però, la risposta europea è consistita a
lungo in un sostanziale silenzio, in una sostanziale inazione,
nonostante la pluralità di riunioni e di vertici, formali ed informali,
che si sono succeduti a ritmo incalzante negli ultimi mesi, soprattutto
sulla questione migratoria ma anche, prima, sulla crisi greca.