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mercoledì 22 novembre 2017

Sezione procedura penale

La prova nel processo penale: Volume I - Struttura e procedimento

Paolo Ferrua - G Giappichelli Editore, 2015  
 
Anteprima
Il volume analizza la struttura e il procedimento della prova penale, riservando al secondo volume, di prossima pubblicazione, l’esame dei singoli mezzi di prova e di ricerca della prova. Il primo capitolo inquadra il fenomeno probatorio nell’ambito dei diversi modelli di processo. Il secondo affronta la distinzione, problematica ma essenziale, tra fatto e diritto. Il terzo esplora le tre componenti dell’operazione probatoria: a) le premesse probatorie, con particolare attenzione alla distinzione tra prove dichiarative e prove critico-indiziarie; b) la proposizione da provare, principale o incidentale, finale o intermedia; c) l’atto del provare, sempre connotato dalla regola dell’oltre ogni ragionevole dubbio. Mentre i primi due termini variano in funzione del contesto processuale, il terzo resta indefettibile, essendo contraddittorio immaginare ‘provata’ una qualsiasi proposizione, quando sussistano ragionevoli dubbi su di essa. Il quarto capitolo studia le fasi del procedimento probatorio: ammissione, su istanza di parte o d’ufficio, assunzione o acquisizione, valutazione. L’analisi è condotta sul terreno della prova testimoniale dove il contraddittorio trova la sua più significativa applicazione. I temi, più specifici, della prova nei riti negoziali, della circolazione delle prove fra diversi processi, del controllo sulla motivazione della sentenza sono approfonditi nei capitoli quinto, sesto e settimo. Alla prova illegittimamente acquisita e alle disfunzioni del procedimento probatorio è dedicato l’ottavo capitolo. Ampio spazio è riservato nel capitolo nono alla disciplina della prova nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo e alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo, da tenere nella massima considerazione, ma sempre legata al contesto del caso deciso e, come tale, non riducibile a formule generali ed astratte. Una ferma critica è indirizzata alla pretesa efficacia vincolante delle interpretazioni della Corte europea, originariamente affermata dalla Corte costituzionale nella motivazione delle c.d. sentenze gemelle del 2007, ma poi ridimensionata dalla stessa Consulta in successive decisioni. L’ultimo capitolo riguarda la prova scientifica e, in particolare, quella offerta dalle neuroscienze.