di
Massimo Brutti - Giappichelli, 2015
"Questo libro descrive il diritto privato romano nell'età della
giurisprudenza. Intendo anzitutto con il termine "giurisprudenza"
(iurisprudentia) l'insieme dei giuristi romani, operanti dagli ultimi
due secoli della repubblica fino al principato e alla dinastia dei
Severi. In secondo luogo, intendo il prodotto del loro lavoro di
interpretazione e di creazione. Essi ci appaiono come i detentori di un
sapere specialistico e complesso: di un'attività professionale
concernente il diritto, tacitamente delegata dalle classi dirigenti. Un
lavoro che continua anche attraverso i rivolgimenti politici. Si tratta
di intellettuali fedeli ai propri studi e alla memoria dei predecessori,
dediti ad un'attività scientifica che non ha uguali nel mondo antico e
che non solo racconta, ma costituisce lo ius. Le consuetudini e le
prescrizioni ufficiali vengono integrate in un discorso unitario. Ogni
enunciato normativo della scientia iuris mostra l'intreccio tra
l'interpretazione (come spiegazione e svolgimento di dati giuridici che
si immaginano preformati) e la creazione di ius, quando vengono
inventate soluzioni nuove, attraverso l'analisi dei casi." (Dalla Nota
introduttiva).