Parlamenti nazionali e processo di costituzionalizzazione dell'Unione europea
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Il
Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, ha
introdotto delle importanti novità nelle competenze e nell'assetto
istituzionale dell'Unione europea, consolidando il processo di
costituzionalizzazione del suo ordinamento e intervenendo sulla delicata
problematica legata al controverso deficit di legittimazione
democratica dello stesso. In tale prospettiva, il Trattato di Lisbona ha
per la prima volta riconosciuto un ruolo ufficiale nella dinamica
legislativa europea ai parlamenti nazionali, nonostante la formale
estraneità all'architettura istituzionale dell'Unione, completando così
un percorso "a ritroso" di recupero delle prerogative di cui gli stessi
parlamenti sono stati spogliati negli anni in ragione della costante
evoluzione dell'integrazione europea, e facendo entrare a pieno titolo
questi parlamenti nello spazio politico dell'Unione, al cui «buon
funzionamento» contribuiscono e «collaborano attivamente», e di cui
diventano un elemento indispensabile di consolidamento democratico e di
caratterizzazione costituzionale. Il presente lavoro opera, nella prima
parte, un'ampia ricostruzione del processo di progressiva
costituzionalizzazione dell'ordinamento europeo, e analizza, nella
seconda parte, gli strumenti e i luoghi istituzionali dedicati alla
cooperazione interparlamentare, nonché l'impatto prodotto dalla
"parlamentarizzazione nazionale" dell'Unione sul deficit di
legittimazione democratica del suo ordinamento, soffermandosi da ultimo
sulle specificità della normativa italiana che disciplina la
partecipazione del nostro Parlamento alla dinamica legislativa europea.