Il Piano del Lavoro (1949-1950) e l'Italia della Ricostruzione: dal contesto nazionale al caso pesarese
Il
Piano del lavoro che Giuseppe Di Vittorio presenta ufficialmente
nell'autunno 1949 affonda le sue radici negli anni contraddittori del
secondo dopoguerra, all'interno di un paese che a fatica si trascina
fuori dalle macerie materiali e morali prodotte dalla dittatura fascista
e dal conflitto mondiale. La sua breve vicenda si attiva e si conclude
in un importante momento di transizione della neonata Repubblica, sia
sul versante delle dinamiche economiche sia sul versante di quelle
politiche, nel pieno di uno scontro ideologico che per molto tempo
condizionerà la storia politica nazionale e la storia del movimento
sindacale. Muovendo dalla ricostruzione puntuale di questi aspetti, il
volume passa ad affrontare l'effettiva declinazione che il Piano ha
assunto su scala locale, fermando l'attenzione sul caso del Piano
provinciale di Pesaro e Urbino che rappresenta un esempio paradigmatico
di popolarizzazione del medesimo. In esso si colgono innovazioni,
aspirazioni e limiti dell'organizzazione sindacale e delle forze
politiche di sinistra, i cui rapporti, come in ambito nazionale, non
furono privi di divergenze, nonché lo sforzo di aprirsi ad ampi settori
della società testimoniato anche dal ruolo interpretato dagli esperti
coinvolti nella preparazione del Piano. Infine si scorgono i tentativi
di perseguirne, in una congiuntura politica sfavorevole, almeno alcuni
obiettivi di fondo a livello locale da parte di amministratori e
dirigenti politici delle forze socialcomuniste allora egemoni.