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mercoledì 24 febbraio 2016

Agrippina, la sposa di un mito

Lorenzo Braccesi - Editori Laterza, 2015

Era figlia di Agrippa, il trionfatore di Azio, e di Giulia, l’unica figlia di Augusto. La madre colpita dal marchio dell’infamia e relegata al confino di Ventotene, la sorella esiliata alle Tremiti, l’ultimo fratello superstite sgozzato nell’isola di Pianosa. Lei sola, Agrippina, si salva dalla tragedia domestica che si abbatte sulla discendenza diretta di Augusto. Dal padre aveva appreso la disinvoltura a convivere con le truppe. Dalla madre aveva assunto il carattere passionale e l’arroganza di casta non disgiunta dal tratto affascinante che sapeva sedurre anche i ceti subalterni. Dal nonno Augusto aveva ereditato il senso dell’autorità e il rispetto per la più antica tradizione dei valori romani. Ma era donna e, se una donna voleva emergere, doveva pilotare nell’ombra l’azione del marito. Così fa con Germanico che, per volontà di Augusto, era stato adottato come erede da Tiberio. Germanico resta però leale a Tiberio, nonostante la palese e ben motivata avversione di Agrippina verso il successore del nonno, al quale la matrona contrappone ad arte le gesta del marito, trasformandolo in mito vivente. La tragedia però scoppia al ritorno della coppia dall’Egitto. Di lì a poco Germanico muore e la vedova torna a Roma accusando Tiberio di essere il mandante della morte del marito. La figura di Agrippina, da quel momento, si avvia a un tragico tramonto.