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lunedì 30 luglio 2012

Mauro Marcantoni, Luciano Hinna

La riforma obliqua
Come cambiare la Pubblica amministrazione
giocando di sponda


Negli ultimi vent’anni tutti i tentativi di riformare la Pubblica amministrazione in Italia sono falliti. Perché? Qual è il malanno del nostro sistema burocratico? È davvero impossibile ipotizzare una cura? Si tratta – secondo gli autori di questo volume – di un’impresa difficilissima, ma non impossibile. L’immagine che meglio racconta la situazione che ci troviamo a fronteggiare è quella della semina nel deserto, sconfinato e apparentemente così saldo nella sua impenetrabilità. Il nuovo, tuttavia, può fiorire anche in una realtà complessa e indisponibile al cambiamento. Bisogna prima seminare: per creare il potenziale di vita nascosto sotto la sabbia. E poi attendere che i vapori, trasportati da chissà dove, incrocino la corrente fredda che li trasforma in pioggia. L’imponente macchina pubblica italiana, come il deserto, non è scalfibile per editto, quasi fosse un unicum compatto e obbediente agli stimoli. Il cambio d’epoca ha bisogno di un cambio di approccio. Ha bisogno di una strategia finalmente obliqua. Quanto compiuto finora non è soddisfacente; occorre mettere a punto un approccio nuovo fatto di norme ma anche e soprattutto di azioni in grado di assicurare la loro efficacia. Nella prospettiva di elaborare una proposta multidisciplinare e non semplificabile in sterili definizioni giuridiche, gli autori dialogano con altre importanti voci – Giuliano Amato, Cristiano Castelfranchi, Giuseppe De Rita,Massimo Egidi, Jean-Paul Fitoussi –, il cui contributo è integrato nel volume. Emergono sette fondamentali questioni: dalla stessa definizione di Pubblica amministrazione alla difficile percezione del bene pubblico come dovere individuale, dal tema del capitale umano a quello del diritto a un «lavoro felice». Una manciata di «semi nel deserto», sette grandi temi, per iniettare nell’«organismo» della Pubblica amministrazione gli enzimi di un cambiamento virtuoso; per provare a convertire l’egoismo e la parzialità dei piccoli interessi nella generosità e nell’intelligenza delle grandi rinascite collettive.