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lunedì 23 luglio 2012

Gli assassini della memoria
Saggi sul revisionismo e la Shoah
Pierre Vidal-Naquet
Introduzione di Giovanni Miccoli
Traduzione di Vira Lanciotti

  
È possibile discutere con i revisionisti, con coloro che negano la realtà del genocidio hitleriano fino a mettere in dubbio l’esistenza delle camere a gas? Per Pierre Vidal-Naquet la risposta è, senza alcuna esitazione, no. E non solo perché il dialogo presuppone un terreno comune, ma anche perché tra gli storici non esiste alcun dibattito che si possa definire scientifico sulla tragica verità dello sterminio nazista. Comprendere l’origine di una tale aberrazione è dunque più che mai necessario: si può e si deve discutere sui revisionisti, analizzando i loro testi «come si fa l’anatomia di una menzogna».
La battaglia contro gli «Eichmann di carta», che Vidal-Naquet ha instancabilmente condotto nel corso di lunghi anni con i suoi scritti e le sue riflessioni, diviene così non solo un discorso etico, ma anche una grande lezione di metodo storico. Se compito dello storico è la ricerca della verità, è pur vero che non esiste una Verità con la maiuscola: la «verità storica» non può né deve diventare «verità legale» o «verità politica», e meno che mai «verità di Stato». Temi questi che – come sottolinea la densa e penetrante Introduzione di Giovanni Miccoli – si intrecciano profondamente con la vicenda umana e personale di Pierre Vidal-Naquet, con il suo impegno civile e militante, il suo rapporto con l’ebraismo e con la storia degli ebrei e della Shoah, il suo giudizio sullo Stato e la politica israeliana, la riflessione sui nessi e la dialettica che legano la storia e la memoria.