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giovedì 17 maggio 2012

Mariangela Giusti
Immigrati e tempo libero
Comunicazione e formazione interculturale a cielo aperto

I luoghi del tempo libero sono oggi diventati meticci: le spiagge, i lungolaghi, i parchi, i giardini pubblici, i centri commerciali polifunzionali sono luoghi dove la convivenza interculturale è un dato di fatto. Famiglie originarie di altri paesi, con tratti somatici, abbigliamenti, lingue che rimandano a mondi lontani, nelle quali visibilmente convivono quattro (e talvolta cinque) generazioni, sono sempre più «vere presenze» nelle occasioni en plein air del tempo libero.
Gli spazi dedicati al tempo libero rappresentano bene la complessità, la ricchezza, le contraddizioni di una società (quella italiana) che sempre più si caratterizza come multiculturale. Ma i luoghi aperti del tempo libero sono inevitabilmente anche spazi per la formazione, per lo scambio attivo di comunicazione, per la rappresentazione della propria identità e per l’osservazione di quelle altrui.
Se la formazione degli immigrati avviene in gran parte nei luoghi canonici ad essa dedicati (per i minori è la scuola in primo luogo, per gli adulti sono le tante occasioni di alfabetizzazione), recenti ricerche hanno dimostrato che è il territorio, nelle sue diverse declinazioni, che conferisce un imprinting formativo importante a chi lo frequenta, lo vive, lo abita.
Immigrati e tempo libero parte da queste considerazioni per analizzare gli aspetti pedagogici e formativi (per lo più informali) che nascono e si sviluppano nelle occasioni del tempo libero e scoprire come proprio queste siano le occasioni in cui l’integrazione e il meticciamento culturale sia più semplice e più vero