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giovedì 27 settembre 2018

Sezione Diritto pubblico

Elementi di diritto costituzionale

Mario Dogliani, Ilenia Massa Pinto -  G Giappichelli Editore, 31 ott 2017 
 
Anteprima
"Non sono trascorsi nemmeno due anni dalla precedente edizione di questo manuale. Eppure da allora lo spirito del tempo è cambiato in modo profondo. Allora scrivemmo che concepivamo questo manuale come una sorta di palinsesto, pronto a ricevere una sovrascrittura, necessaria per più motivi, il più urgente dei quali sarebbe stato la necessità di adeguarlo alle modificazioni che le leggi di revisione costituzionale ed elettorale, allora in corso di discussione, avrebbero eventualmente introdotto. Ribadivamo però che questo è un manuale che «sta dentro la cultura del Novecento e non concede niente di sostanziale alla novità dei tempi, perché la polvere è ancora troppo spessa». L'idea centrale era - e rimane - quella di riproporre le ragioni della Costituzione del 1947 come grande progetto di organizzazione politico-sociale complessiva. Un progetto che porta dentro di sé il conflitto dal quale è nato (si può dire che la Costituzione avrebbe voluto ridefinire i termini del conflitto politico così come si era configurato negli ultimi decenni dell'Ottocento), e che era stato concepito da autori che erano perfettamente consapevoli della lotta che sulla sua interpretazione/attuazione si sarebbe immediatamente scatenata. Che dire ora, dopo che il processo di revisione costituzionale si è schiantato contro l'esito del referendum del 4 dicembre 2016 e con esso il progetto di un nuovo sistema elettorale, entrambi frutto di una concezione della politica e delle istituzioni che - dicevano i suoi fautori - sarebbe stata "rigeneratrice" e che avrebbe gettato alle spalle la zavorra Otto-Novecentesca che ancora grava sulla società italiana? Si potrebbe dire che non è cambiato nulla. Dalla retorica insistita, martellante, del revisionismo costituzionale si è passati al silenzio totale. L'intera vicenda riformistica, quarantennale, non è stata oggetto di un minimo di riflessione. Da parte di (quasi) nessuno. Non dai vinti, che avrebbero dovuto sforzarsi di comprendere perché una visione generale della politica, e conseguentemente delle istituzioni, pensata come palingenetica, non sia riuscita a farsi strada. Ma nemmeno dai vincitori. Che si sono comportati come se avessero vinto una partita a braccio di ferro. Finita la partita, finito tutto. Come se si fosse evitato di essere cacciati da un paradiso perduto." (Dalla Premessa)