L'Unione economica e monetaria dopo la crisi. Cosa abbiamo imparato?
di
Susanna Cafaro - Edizioni scientifiche italiane, 2017
L'Unione economica e monetaria europea è frutto di un progetto
ambizioso: creare un unico mercato che impiega un'unica moneta. Negli
anni Novanta si è voluto fare un passo avanti verso una «unione sempre
più stretta tra i popoli» e - allo stesso tempo - presentare l'Europa al
mondo come un blocco sempre più integrato, capace di dialogare alla
pari con gli Stati Uniti, prima ancora che altre potenze economiche si
affacciassero all'orizzonte. Peccato che il progetto fosse già in
partenza incompleto: l'unione monetaria sì , ma non l'unione economica -
ovvero né governo dell' economia, né tantomeno capacità di gestione
delle crisi. Le competenze dell'Unione si arrestano sulla soglia del
coordinamento delle politiche economiche nazionali. Per comprendere e
analizzare criticamente le multiple crisi europee - crisi dei debiti
sovrani, crisi di liquidità, ma anche crisi di identità e di leadership -
bisogna partire dall'evoluzione normativa degli ultimi cinque anni:
osservare la crisi del diritto, rivelatosi inadeguato, e ripercorrere
l'elaborazione del diritto della crisi, che presenta tutti i limiti
dell'emergenzialità . Da questo mosaico affiora il quadro delle riforme
possibili per recuperare la visione iniziale, che non è puramente
economica, ma anche geopolitica e risponde all'esigenza di difendere un
modello economico e sociale - specificamente europeo - che un continente
frammentato ed esposto alla concorrenza globale vedrebbe a rischio.