Lavoro pubblico fuori dal tunnel? Retribuzioni, produttività, organizzazione
C. Dell'Aringa, G. Della Rocca - Il Mulino, 2017

È
da almeno 40 anni che si susseguono riforme della Pubblica
Amministrazione che, nelle intenzioni dei proponenti, avrebbero dovuto
diminuire i costi e aumentare la qualità dei servizi pubblici. I
risultati, però, non sono stati esaltanti. La stessa sorte sembra sia
toccata alla riforma che va sotto il nome di "privatizzazione" del
rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti: è in campo da più di venti
anni e, con successive modifiche e integrazioni, avrebbe dovuto
trasferire nel pubblico impiego le prassi virtuose seguite dalle imprese
private al fine di aumentare impegno e professionalità in un mondo che è
spesso caratterizzato da pratiche burocratiche inutili e costose. La
riforma della Pubblica Amministrazione è stata in cima all'agenda
politica ed è importante che gli sforzi fatti in questi anni possano
essere continuati in futuro. L'Italia ha bisogno di "riforme" per
tornare ad essere competitiva sulla scena globale e la riforma della
P.A. è sentita da tutti come strategica e necessaria. Da qui l'idea di
questo volume. Oltre venti studiosi sono stati chiamati a dare il
proprio contributo, avvalendosi dell'esperienza accumulata in questi
anni in cui la politica ha fortemente tentato di riformare il "lavoro
pubblico". I saggi qui raccolti analizzano criticamente quello che è
stato fatto in alcuni ambiti importanti, come ad esempio il legame tra
retribuzioni e produttività, le attività di valutazione, le innovazioni
organizzative, il ruolo della dirigenza. Lo scopo è quello di partire
dall'analisi per arrivare a formulare suggerimenti su ciò che
occorrerebbe fare. Un filo unico lega i diversi capitoli: la convinzione
che non basta fare buone leggi per far funzionare meglio la Pubblica
Amministrazione. La sfida, ben più difficile da vincere, è costruire
l'ambiente favorevole e creare le condizioni perché una buona riforma
possa trovare applicazione. Questa è, forse, la mancanza più grave di
tutti questi anni. Ed è per questo che siamo ancora in mezzo al
"tunnel".