Contro il mercato della salute
di
Iona Heath
(Autore),
M. Nadotti
(a cura di) - Bollati Boringhieri, 2016
"Le persone sane sono persone malate che semplicemente non sanno di
esserlo". La battuta di una vecchia commedia è uscita dai teatri per
inverarsi negli attuali sistemi sanitari. Quel paradosso va sotto il
nome, in apparenza confortante, di medicina preventiva: screening di
massa attuati con sofisticate apparecchiature di misurazione biometrica
rilevano minime anormalità spesso indolenti e non progressive, su cui
agisce poi un trattamento farmacologico di correzione della "devianza".
Sollecitudine per la salute pubblica o affare colossale per il complesso
medico-industriale? Iona Heath non ha esitazioni. Assimila le politiche
neoliberiste in materia di rischio epidemiologico a una "licenza a
stampare denaro". Ma nella sua accorata accusa contro la "combinazione
tossica di interesse personale e buone intenzioni" la dottoressa Heath,
tra i medici più esperti e stimati del Regno Unito, non è sola. Ricerche
scientifiche pluridecennali hanno ormai dimostrato che l'illusione
statistica dell'efficacia della prevenzione dipende soltanto
dall'ampliamento della nozione di malattia e dall'abbassamento della
soglia dei protocolli di intervento. Il risultato di questo regime di
sovradiagnosi e sovratrattamento è una medicalizzazione della vita che
ci fa sentire tutti un po' malati, mentre storna ingenti risorse dalla
cura di chi ne ha davvero bisogno, ossia le fasce soccombenti della
popolazione.