Il
volume presenta i risultati conseguiti dal Progetto di ricerca di
Rilevante Interesse Nazionale “I danni da attività giudiziaria penale”,
finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca con il bando Prin 2012. Il progetto ha visto coinvolte cinque
Unità di Ricerca: la Sapienza Università di Roma, l’Università degli
Studi di Salerno, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università
degli Studi di Foggia, la Libera Università Jean Monnet di Bari. Il
volume “La vittima del processo” è dedicato alla tutela che
l’ordinamento dovrebbe assicurare a colui il quale il sistema
processuale ha riconosciuto estraneo alla vicenda processuale. Il
processo penale ha ricadute fortemente negative sotto molti profili, ad
esempio immagine, reputazione, onore, riservatezza, identità personale,
attività economiche. Si possono allora configurare una serie di fatti
processuali leciti e lesivi, da accumunare insieme in quello che può
essere definito come il “danno da attività giudiziaria lecita”. Viene
così individuata la nuova figura della “vittima del processo penale”:
colui che risulti aver subito un pregiudizio dall’attività processuale
condotta nel rispetto delle regole. Il volume quindi delinea, in
aggiunta a misure di prevenzione anti-lesive, in che modo l’ordinamento
debba ristorare la vittima del processo: indennizzi, condotte
riparatorie, rimedi compensativi e molto altro ancora.Dal punto di vista
metodologico e contenutistico, il lavoro non scandaglia funditus le
varie situazioni e i vari istituti, ma traccia piuttosto la cornice
delle diverse evenienze nelle quali si produce un pregiudizio per
l’indagato e l’imputato, così da evidenziarne la necessità di tutela. E
se la prima vittima del processo penale è risultato essere l’indagato o
l’imputato, non si è tralasciato di considerare né la persona offesa né
il terzo estraneo.Il volume dapprima esplora, al fine di assicurare una
copertura alla “vittima del processo penale”, gli orizzonti delle
disposizioni costituzionali: il principio di solidarietà (art. 2) e le
ulteriori potenzialità dell’art. 24 Cost. Successivamente il tema è
affrontato nella sua dimensione “europea”, “convenzionale” e
“comparata,” nonché verificando in quali limiti la disciplina
civilistica e amministrativistica tuteli il danno da attività lecita. Si
passa poi all’analisi delle situazioni suscettibili di tutela nei
diversi segmenti processuali. Infine si individuano – in una visione
globale – quelli che possono essere considerati come i nuovi danni, i
nuovi fatti lesivi e le nuove vittime mietute dal processo penale
durante il suo corso.In conclusione la ricerca individua una serie di
situazioni che reclamano tutte una giusta compensazione, qualora non si
riesca – con i rimedi preventivi proposti nel volume – a fare in modo
che il processo penale si svolga senza seminare vittime nel suo
percorso. Giorgio Spangher (Trieste, 1944) è professore ordinario di
procedura penale. Tra le pubblicazioni principali: Considerazioni sul
processo penale criminale italiano (Giapichelli 2015); La Pratica del
processo penale (2010 e 2012); Procedura penale. Teoria e pratica del
processo (2015); Trattato di Procedura penale (2008-2011).