Libertà e giustizia per tutti
Cosa possono fare le Corti contro la discriminazione negli Stati Uniti d'America
ROBERT A. BURT - Il Mulino, 2015
La promessa di
fedeltà alla bandiera con la quale si aprono le sedute del Congresso,
così come le lezioni in molte scuole, recita che gli Stati Uniti sono
«una Nazione, guidata da Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per
tutti». Eppure, a guardare la storia americana, libertà e giustizia sono
state sempre il privilegio di alcuni, non certo di tutti. Perché alcuni
individui, distinti per razza, genere, orientamento sessuale, nel tempo
sono stati umiliati, sviliti, perseguitati, espulsi dal consesso
civile? E perché i pregiudizi su cui quelle persecuzioni si fondavano,
per secoli solidi come roccia, sono a un tratto divenuti ingiusti? Quale
ruolo possono svolgere le Corti per promuovere l’abbandono di forme
sociali e giuridiche discriminatorie? Questo libro ripercorre la storia
americana mettendo a nudo la violenza originata dal bisogno di ordine
sociale che conduce alla stigmatizzazione delle diversità. La sua
inquietante e avvolgente narrazione, tesa fra i dialoghi di Socrate, le
parabole evangeliche, le teorie di Freud e l’antropologia di Mary
Douglas, parte e torna alla giurisprudenza della Corte Suprema, quando
ha decretato la legittimità della schiavitù, quando ha
costituzionalizzato gli interessi del capitale, quando ha finalmente
saputo riscrivere la storia dei diritti civili negli Stati Uniti.