La sicurezza come diritto di
libertà
Teoria generale delle politiche
della sicurezza
Mosca Carlo
La sicurezza va concepita non più
in contrapposizione con la libertà, quasi che la lievitazione dell’una
necessariamente debba comportare una conseguente diminuzione o attenuazione
dell’altra, ma va accreditata come espressione, invero una delle molteplici
espressioni, del diritto di libertà.
Una sicurezza, quindi, da
percepire come diritto di libertà, uno dei tanti diritti di libertà consacrati
esplicitamente e implicitamente dalla nostra Costituzione. Un diritto da vivere
non soltanto nella dimensione individuale tipica di ogni libertà, ma da
esercitare preliminarmente nella caratterizzazione collettiva propria dei
diritti sociali che vanno garantiti a tutti oltreché ai singoli.
Una sicurezza, conseguentemente,
che proprio la connotazione libertaria consente di evidenziare come altamente
democratica in quanto contiene in sé i valori e i limiti propri di ciascun
diritto di libertà, primo fra tutti quello di non poter negare sé stessa.
Laddove ciò dovesse accadere,
verrebbe infatti a configurarsi una sicurezza diversa, non più democratica e
costituzionalmente garantita, ma una sicurezza deviata rispetto alla sua
essenza, espressione di un’impostazione derivante da un regime autoritario
ad uso, questo si, a negare la libertà.