Tra neuroscienze etica e società
a cura di Andrea Cerroni e Fabrizio Rufo
Per molti aspetti, la neuroetica può essere considerata
come esito non secondario del grande progetto darwiniano, quello che non sta
solo nell'"Origine della specie", ma si respira anche in un altro capolavoro:
"L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali". Comunque la si guardi,
la neuroetica ha uno status duplice. Se da un lato essa appare un'etica delle
neuroscienze, e dunque si occupa dei problemi tradizionali dell'etica
tecnico-scientifica (come, ad esempio, i rischi e benefici delle nuove
tecnologie in medicina), dall'altro essa è anche una neuroscienza dell'etica,
poiché va diretta ai fondamenti del nostro pensiero (temi quali mente-corpo,
autonomia, intenzionalità, personalità, diritti-doveri, e altri ancora). Nata in
ambito strettamente neuroscientifico, e dunque a cavallo fra medicina, biologia
e psicologia, la neuroetica ha rapidamente catalizzato l'attenzione di un
crescente numero di filosofi, sociologi, giuristi, antropologi e studiosi
dell'educazione, dell'informazione e della comunicazione. È interdisciplinare
per definizione e ogni disciplina, nessuna esclusa, emergerà almeno in parte
rinnovata da un "bagno neuroetico". Proprio avendo ben presente questa
impostazione di fondo, si articolano i saggi che compongono questo volume, che
appunto affrontano la neuroetica di volta in volta nei suoi aspetti filosofici,
giuridici, sociali.