Signorie di Mezzogiorno: società rurali, poteri aristocratici e monarchia (XII-XIII secolo)
Qual
era il vero volto della signoria nel Mezzogiorno italiano? Cosa può
apportare il Sud alle grandi discussioni sul feudalesimo e sui poteri
aristocratici, sulla loro struttura e sulla loro evoluzione, sul loro
impatto economico e sociale? Che contributo può venire dal Regno di
Sicilia agli studi sulla dialettica che avveniva fra sovrani, nobiltà e
società contadine? E poi, lo studio dei poteri signorili e delle società
rurali può riconfigurare le classiche tematiche meridionali
dell'arretratezza economica e della centralità monarchica? Questo libro
costituisce la prima analisi sistematica sulla signoria nel Mezzogiorno
durante l'epoca normanno-sveva e primo-angioina. Offre nuove
interpretazioni sul potere della nobiltà, sulle società rurali e sulla
politica monarchica. Mostra come fra re, nobili e contadini si attuò un
gioco complesso, condotto attraversò le leggi e la violenza, i rapporti
feudali e gli investimenti economici, le discussioni sulla libertà e la
servitù, lo sfruttamento di uomini e risorse naturali. I suoi
protagonisti sono mondi contadini dal dinamismo finora insospettato, re
determinati a limitare il potere aristocratico, e nobili costretti ad
adattare la propria signoria alla forza delle società rurali e della
politica monarchica. Ne esce un Mezzogiorno finora sconosciuto, vitale e
articolato, la cui lettura permette di comprendere meglio non solo le
vicende del meridione, ma quelle di molte altre regioni.