L'Occidente e i suoi nemici
L'assalto
terroristico al Bataclan di Parigi ha brutalmente riproposto
all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale un fenomeno che a molti
studiosi era sembrato definitivamente estinto: l'odio contro
l'Occidente. Le radici di questo odio risalgono all'epoca durante la
quale l'Occidente estese i suoi tentacoli sull'intero Pianeta,
sottoponendo alla sua smisurata volontà di dominio e di sfruttamento le
società orientali. Tutto ciò, naturalmente, ha suscitato il risentimento
e la collera del "proletariato esterno", tanto più che il dominio
coloniale fu caratterizzato dal disprezzo razzista nei confronti dei
popoli assoggettati, descritti come biologicamente incapaci di
autogovernarsi e, quindi, bisognosi di una "paternalistica tutela". Ma
quest'odio contro l'Occidente non è nato solo dal "proletariato esterno"
bensì anche in seno all'Occidente, infatti le prime significative
manifestazioni della rivolta intellettuale e morale contro il mondo
moderno si registrano proprio in Europa, dal cui grembo sono scaturiti
travolgenti movimenti rivoluzionari di massa - comunismo, fascismo,
nazismo - animati dall'intenso desiderio di fare tabula rasa della
civiltà liberale. Questo volume vuole ripercorrere il fenomeno da un
punto di vista storico-sociologico per meglio comprendere le radici
ideologiche e religiose dell'odio contro la Modernità.