Banche centrali e questione democratica: il caso della Banca Centrale Europea (BCE)
Nelle
moderne democrazie costituzionali la politica monetaria è protetta
dalle dinamiche dei rispettivi sistemi politici mediante apposite tutele
giuridiche. L'indipendenza degli istituti centrali è la manifestazione
di tali guarentigie. In questa prospettiva la ricerca prova ad
inquadrare l'indipendenza delle banche centrali, in primis Banca
centrale europea (BCE), l'autorità monetaria con più ampia indipendenza
formale, nell'ambito della teoria della divisione dei poteri. Le
liberal/democrazie sono irriducibili all'assolutizzazione di un
principio monistico, fosse pure quello di maggioranza. Poiché altri
valori trovano tutela in esse, facendo da argine al potere derivante dal
voto; e tra questi vi è, in specie nell'Eurozona in forza dei Trattati
europei, la credibilità della moneta (minacciata sia dalla deflazione
che dall'inflazione) e vi sono per connessione quei valori fondamentali
(equità fiscale e proprietà) che dalla sua assenza possono venire lesi.
In ragione di ciò lo studio afferma che l'indipendenza dell'Istituto di
Francoforte (e, salve le differenze, delle altre autorità monetarie)
entra a pieno titolo nelle relazioni tra moneta e democrazia.