La monografia indaga su Publio Rutilio Rufo, iurisperitus, storico,
politico romano vissuto tra la metà del II e i primi decenni del I
secolo a.C. Amico degli Scipioni, aderì allo stoicismo di Panezio che si
rivelò non solo una opzione dottrinale, ma una scelta di vita:
emblematica, in tal senso, la condotta tenuta durante lo svolgimento del
processo a seguito del quale fu giudicato colpevole del crimen de
repetundis. L'Autrice, dopo aver proposto, sulla base dei dati testuali,
una rilettura delle vicende della vita, del cursus honorum e della
formazione culturale del giureconsulto, individua e discute i fragmenta
delle opere storiche scritte da Rutilio durante gli anni dell'esilio, le
testimonianze delle fonti relative agli interventi riconducibili alla
sua attività di praetor urbanus, i fragmenta orationum e le regulae
iuris, al fine di far luce sulla sua complessa e poliedrica personalità e
di ricostruirne il pensiero giuridico così come sedimentatosi nelle
fonti antiche.