Brexit e brevetto UE
Luigi Carlo Ubertazzi - G Giappichelli Editore, 11 gen 2018
Anteprima |
Questo libro riguarda un tema che oggi è certamente à la page. Come
tutti gli scritti anche questo parla un poco del suo autore. E questa
prefazione ne parla ancor di più. Io ho pubblicato il primo scritto di
diritto nel 1972. Nei 45 anni successivi mi sono dedicato specialmente
all’interpretazione del diritto esistente, anche se ho cercato per
solito di proporne una lettura nuova. E non ho voluto scrivere quasi mai
sulle norme in itinere: anche per non limitarmi ad una descrizione dei
fatti; per non esprimere valutazioni che competono specialmente alla
politica del diritto; e per non aggiungere alla sensazione di effimero
di molti lavori dei giuristi anche quella di precarietà degli scritti
sulle norme in gestazione. L’anno scorso alcune vicende mi hanno invece
indotto a curiosare sul tema di questo libro. Alcune vicende sono quelle
oggettive “epocali” della dichiarazione di recesso del Regno Unito
dall’Unione Europea. Alcune altre sono invece più personali: e
comprendono tra l’altro la mia
tendenza europeista di lungo corso; la
mia curiosità per i progetti relativi a quello che all’inizio si
chiamava il brevetto comunitario ed ora è da me ribattezzato come il
brevetto UE; alcune conversazioni stimolanti con esponenti di
istituzioni europee e tedesche; ed una lunga vacanza estiva in montagna,
con i tempi e la serenità necessari ad avviare le prime riflessioni di
fondo su Brexit ed il brevetto UE. Il tema di questo libro mi ha così
catturato; mi ci sono dedicato progressivamente; non sono riuscito ad
abbandonarlo; ed ho scritto via via alcune riflessioni che qui riordino
ed espongo complessivamente. Terminato il lavoro mi sono chiesto se le
questioni e la linea che ho proposto siano ancora di attualità e se
valga la pena di pubblicare questo scritto. Certo la sorte delle mie
proposte dipenderà sostanzialmente da scelte delle organizzazioni
internazionali e degli stati interessati: che oggi sembrano orientati in
direzioni non simpatetiche con quelle mie. A me pare comunque utile
pubblicare questo scritto: anche per offrire un punto di vista fuori dal
coro, per dare riprova che gli universitari possono proporre e
sostenere anche opinioni di minoranza, e per testimoniare un mio impegno
personale. Tuttavia la preparazione di questo scritto mi ha suggerito
via via di restare per l’avvenire alla mia scelta metodologica di lungo
corso, di non dedicare per solito studi alle norme in gestazione: e
credo che d’ora in poi così farò. b. Questa pubblicazione è aggiornata a
fine aprile 2017. Dopo di allora non poca acqua è passata sotto i
ponti. E qui segnalo in particolare 3 fatti. Il primo riguarda l’assetto
politico e governativo del Regno Unito: perché il governo UK ha indetto
nuove elezioni politiche, sperando di aumentare la sua maggioranza
parlamentare; ma le elezioni dell’8 giugno 2017 hanno ridotto la
presenza del suo partito al Parlamento di Westminster persino al di
sotto di quella necessaria ad un governo di maggioranza. Il secondo
fatto riguarda i negoziati tra UE ed UK: e qui dopo la notifica
(avvenuta il 29 marzo 2017) del recesso UK dalla UE, l’Unione Europea ha
preparato ed approvato le proprie linee negoziali, ed il negoziato è
iniziato a Bruxelles il 19 giugno 2017. Il terzo fatto riguarda alcune
questioni di diritto: e qui il Kluwer Patent Blog del 13 giugno 2017
segnala che un privato ha proposto ricorso al Verfassungsgericht per far
dichiarare illegittimo il brevetto UE; il presidente della Corte ha
invitato quello della Repubblica Federale a soprassedere dalla firma
della legge di ratifica dello UPCA; i primi commenti ipotizzano che
questo ricorso sia “collegato” a quattro ricorsi precedenti al
Verfassungsgericht per la dichiarazione di illegittimità del sistema dei
Board of appeal di EPO; e rebus sic stantibus queste novità fanno
quantomeno slittare l’entrata in vigore del Patent Package.