Istituzioni di diritto del lavoro. Vol. I - Il diritto sindacale
Vallebona Antonio -
CEDAM, 2017

Indice
Come si era rilevato nella prefazione alla
prima edizione del 1998, il diritto del lavoro “subirà ancora profonde e
rapide modificazioni per adattarsi: alla società del benessere, nella
quale lo sfrenato edonismo consumistico convive con la pericolosa
divisione tra una maggioranza opulenta ed una minoranza emarginata e
povera; alla situazione economica internazionale, nella quale l’enorme
divario tra i paesi ricchi e gli altri si traduce in forti correnti
migratorie di uomini verso i mercati ove le retribuzioni sono più alte e
di imprese verso i mercati ove il costo del lavoro è più basso, con
conseguente crescita della disoccupazione nei paesi più sviluppati; al
trend demografico dei paesi avanzati caratterizzato da un progressivo
invecchiamento della popolazione; alla continua innovazione tecnologica
che brucia più posti di lavoro di quanti ne produce; all’imperativo
macroeconomico di contenimento del deficit pubblico”.
Ebbene
in questi quasi venti anni il diritto del lavoro italiano è stato
modificato con norme che tutelano gli interessi delle imprese al fine di
accrescere gli investimenti che producono posti di lavoro. Ma,
purtroppo, questa evoluzione non è bastata, perché il capitale continua
ad allocarsi negli inferni lavoristici e ambientali e nei paradisi
fiscali. Mentre gli investimenti pubblici sono pochi, in quanto in
Italia c’è un deficit pubblico enorme. E quindi trionfa ancora la
disoccupazione, soprattutto nel meridione e per i giovani.
Vallebona Antonio -
CEDAM, 2017
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Come si era rilevato nella prefazione alla
prima edizione del 1998, il diritto del lavoro “subirà ancora profonde e
rapide modificazioni per adattarsi: alla società del benessere, nella
quale lo sfrenato edonismo consumistico convive con la pericolosa
divisione tra una maggioranza opulenta ed una minoranza emarginata e
povera; alla situazione economica internazionale, nella quale l’enorme
divario tra i paesi ricchi e gli altri si traduce in forti correnti
migratorie di uomini verso i mercati ove le retribuzioni sono più alte e
di imprese verso i mercati ove il costo del lavoro è più basso, con
conseguente crescita della disoccupazione nei paesi più sviluppati; al
trend demografico dei paesi avanzati caratterizzato da un progressivo
invecchiamento della popolazione; alla continua innovazione tecnologica
che brucia più posti di lavoro di quanti ne produce; all’imperativo
macroeconomico di contenimento del deficit pubblico”.
Ebbene
in questi quasi venti anni il diritto del lavoro italiano è stato
modificato con norme che tutelano gli interessi delle imprese al fine di
accrescere gli investimenti che producono posti di lavoro. Ma,
purtroppo, questa evoluzione non è bastata, perché il capitale continua
ad allocarsi negli inferni lavoristici e ambientali e nei paradisi
fiscali. Mentre gli investimenti pubblici sono pochi, in quanto in
Italia c’è un deficit pubblico enorme. E quindi trionfa ancora la
disoccupazione, soprattutto nel meridione e per i giovani.