Liberalizzazioni, crisi economica
e dinamiche della regolazione pubblica
di Giuseppe Colavitti
Nelle fasi di crisi la
discrezionalità del regolatore pubblico nel disciplinare i rapporti economici
pare aumentare fino a muoversi ai limiti della cornice costituzionale di
riferimento, ed in alcuni casi a superarli, con grave pregiudizio delle libertà
economiche, le quali necessitano di svolgersi nel quadro di un contesto
normativo ispirato per quanto possibile al principio-valore della certezza del
diritto. La libertà professionale subisce una pressione che rischia di curvare
la posizione sistemica dell'ordine professionale da ente autonomo ad ente
strumentale dell'amministrazione centrale. Eppure, in ragione del radicamento
nelle tradizioni costituzionali comuni e nel diritto europeo, la libertà
professionale disvela una capacità di resistenza ed un legame con i principi
fondamentali del pluralismo democratico che consentono di ritenerla ancora un
paradigma concettuale utile alla comprensione dei processi di tendenza in atto
nell'ordinamento, comprese le liberalizzazioni. Nell'art. 15 della Carta dei
diritti fondamentali dell'Unione europea la libertà professionale viene dunque
ripensata nel suo profilo individuale, con riferimento alle ricostruzioni che
riconducono il diritto al lavoro al tema dell'espressione della personalità
sociale dell'uomo, e nel suo profilo collettivo, come necessità di
organizzazione giuridica delle comunità professionali in formule che ne
garantiscano l'autonomia deontologica e l'indipendenza dai poteri pubblici e
privati.