«Una
vera e propria oasi di bellezza e di luce che emoziona tutti coloro che
vi si accostano provenendo da ogni regione della terra»: sono i Musei
Vaticani, uno scrigno di inestimabili tesori artistici nello Stato più
piccolo del mondo. A condurci in questa ideale visita tra le sterminate
collezioni e gli splendidi edifici che le ospitano, frutto del
mecenatismo di vari pontefici, è un accompagnatore d'eccezione: il
cardinale Gianfranco Ravasi. La sua non vuole essere una guida minuziosa
e sistematica o una trattazione storico-critica, ma la condivisione di
«un itinerario narrativo personale» animato dallo stupore, arricchito di
affascinanti suggestioni culturali e curiosi aneddoti. In queste sale,
dove si incontrano «bellezza e verità, estetica e trascendenza, immagine
e mistero, realtà e simbolo», confluiscono come in un immenso oceano
innumerevoli fiumi. Dalle lontananze misteriose dell'arte egizia alle
grandi sculture dell'antichità classica, come il Laocoonte, dai
sarcofagi etruschi a quelli romani e paleocristiani, alle originali
testimonianze di terre e civiltà remote, come un insolito crocifisso
eschimese, una singolare statua precolombiana del «serpente piumato», il
dio Quetzalcóatl, o una piroga cerimoniale di un'isola delle Salomone.
Si arriva così al cuore delle raccolte, rappresentato dalla Pinacoteca
Vaticana e da quella «sequenza di vere e proprie epifanie di arte e
fede» che sono gli appartamenti papali e le cappelle. Qui dominano i
giganti della pittura italiana: dal Giotto del Trittico Stefaneschi al
Caravaggio della drammatica Deposizione, passando per i maestri del
Rinascimento, il Raffaello della Scuola di Atene e di altri capolavori,
il Leonardo del San Girolamo, una tavola dalle vicende rocambolesche, il
Michelangelo degli affreschi sublimi, insieme ad altre figure di primo
piano, come Pinturicchio, Botticelli, Beato Angelico, Ghirlandaio,
Perugino. Sorprendente è anche la Collezione di Arte Contemporanea: da
Van Gogh, autore di una struggente Pietà, a Matisse, con i progetti per
la decorazione della Cappella del Rosario di Vence, un'opera legata a
un'intensa corrispondenza spirituale del pittore con una suora; da
Manzù, con la sua mistica Cappella della Pace, all'inconfondibile
Chagall, con la delicata poesia del suo Cristo e il pittore. Dopo aver
attraversato e fatto dialogare tra loro epoche, continenti, culture,
fedi, stili, il percorso giunge alla sua ultima tappa, davanti al
Giudizio Universale, nella Cappella Sistina, dove «si approda alla fine e
al fine del mondo e della storia». La solenne e folgorante conclusione
di un viaggio contrassegnato, come afferma l'autore citando dei versi di
Mario Luzi, da «immagini irrevocabili per intensità e bellezza»,
accomunate da quella tensione «all'Oltre e all'Altro», da quella
vocazione a esprimere l'Invisibile che sono la sostanza stessa
dell'arte.