Armonizzazione
del diritto Vaticano alle direttive UE in materia di riciclaggio e
finanziamento al terrorismo
di
Giuseppe Rivetti
L'introduzione nello Stato Città
del Vaticano di una articolata normativa di contrasto del riciclaggio dei
proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo, impone una
riflessione sui contenuti che, a mio avviso, per essere compiutamente
analizzati, devono essere necessariamente contestualizzati. La globalizzazione
della vita giuridica (e la sua rilevanza transnazionale di relazioni
economiche) non poteva rimanere al di fuori "del portone di bronzo" e
non interessare anche il più piccolo Stato del mondo: la Città del Vaticano che
"da enclave dell'Italia tende progressivamente a divenire enclave
dell'Unione europea, con conseguenti inevitabili contatti tra ordinamento
vaticano ed ordinamento europeo". Sul piano della tecnica normativa,
l'intervento legislativo si fonda su una pluralità di fonti che nel quadro
della tradizione giuridico-canonica della Chiesa - quale fonte principale del
diritto vaticano - tiene conto delle norme stabilite dalle Convenzioni
internazionali e della tradizione giuridica italiana. Nel complesso, le
innovazioni realizzate con modifiche al Codice penale vaticano (Zanardelli),
tendono ad allinearsi al diritto internazionale ma, in diverse circostanze, svelano
specialità funzionali del diritto vaticano che determinano l'esigenza di
esaminare le nuove categorie dello Stato Città del Vaticano/Santa Sede, alla
luce di imprescindibili modelli interordinamentali.