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A cura di : Christian Ballarin, Roberta Padovano
Come Esquimesi in Amazzonia, le persone transgender e transessuali vivono in un contesto che non le ha previste, in continuo contrasto con le regole sociali e le convenzioni culturali dell'habitat. Ad ogni latitudine e in ogni tempo sono esistite persone con un genere non conforme, definite con vari nomi, le "Hijras" in India, le "Vergini Giurate" nei Balcani, "i Due Spiriti" dei nativi americani, i "Femminielli" napoletani... Le realtà delle esistenze trans, liberate dallo stigma della patologizzazione, può mettere in gioco una ridefinizione complessiva di ciò che siamo, come donne, uomini, trans, lesbiche, gay, intersessuali. Affermare che le persone trans non sono malate psichiatriche destabilizza il modello binario sesso/genere, omosessuale/eterosessuale, maschio/femmina e l'impianto normante che ne deriva. Dunque la condizione transgender può rappresentare la punta di un iceberg, che minaccia secolari certezze scientifiche, culturali e sociali. Questo volume raccoglie i contributi del convegno "Chi ha paura della depatologizzazione?" svoltosi a Torino nel marzo 2012. Esponenti del mondo accademico e della ricerca indipendente si interrogano a partire dagli ambiti disciplinari di riferimento, insieme a protagonisti del mondo dell'associazionismo e del movimento gay, lesbico, transgender e queer.