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Autore : Daniela M. Frenda
Il tema verte sull’opportunità di consentire al danneggiato di agire a sua scelta in via contrattuale ovvero in via aquiliana, a seconda del regime che, nel caso concreto, egli reputi maggiormente favorevole al conseguimento del risarcimento del danno patito, sul presupposto che vi sia stata al contempo la violazione sia di suoi diritti nascenti da un rapporto obbligatorio, sia di suoi interessi tutelati a prescindere dall’esistenza di detto rapporto.
Il dibattito sull’ammissibilità del principio del concorso di responsabilità è annoso, e ad oggi non ancora del tutto sopito. Attraverso la sua analisi nella sua duplice veste di concorso di norme o di concorso di azioni, e dopo avere altresì passato in rassegna l’andamento della giurisprudenza nell’ultimo secolo, obiettivo del lavoro è quello di mostrare le sue fragili basi dogmatiche, oltre che la sua inadeguatezza a risolvere le pretese lacune di tutela risarcitoria del danneggiato.
Il dibattito sull’ammissibilità del principio del concorso di responsabilità è annoso, e ad oggi non ancora del tutto sopito. Attraverso la sua analisi nella sua duplice veste di concorso di norme o di concorso di azioni, e dopo avere altresì passato in rassegna l’andamento della giurisprudenza nell’ultimo secolo, obiettivo del lavoro è quello di mostrare le sue fragili basi dogmatiche, oltre che la sua inadeguatezza a risolvere le pretese lacune di tutela risarcitoria del danneggiato.