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lunedì 23 luglio 2012


Tra Scilla e Cariddi
Storia degli ebrei in Sicilia
Shlomo Simonsohn

  
La storia degli ebrei in Sicilia copre un periodo di oltre mille anni, dall’Antichità fino alla loro espulsione, avvenuta nel 1492. L’autore, basandosi su circa 40.000 documenti d’archivio, per lo più inediti, ricostruisce le vicende politiche, giuridiche, economiche, sociali e religiose della minoranza ebraica sull’isola e i rapporti che intrattenne di volta in volta con i romani, i musulmani e i cristiani.
Mentre le origini della presenza ebraica sono avvolte nel mistero, con il passare del tempo disponiamo di un numero sempre maggiore di documenti, straordinariamente abbondanti nel tardo medioevo. In quell’epoca gli ebrei in Sicilia erano cittadini a tutti gli effetti, attivi in quasi tutti i settori dell’economia – l’agricoltura e la pesca, le arti e i mestieri, l’edilizia, le manifatture e il commercio – e in diverse professioni; stranamente limitato, anche se non assente, il prestito a interesse, asse portante degli affari per gli ebrei del nord. Nel Quattrocento raggiungevano circa le 25.000 unità e costituivano più della metà della popolazione ebraica presente in Italia.
Tutto questo vide un’improvvisa e rapida fine con l’espulsione ordinata dai Re Cattolici: circa l’80% degli ebrei scelse l’esilio, mentre gli altri che preferirono convertirsi al cattolicesimo finirono ben presto nelle mani dell’Inquisizione spagnola.