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mercoledì 27 aprile 2011

Marco Cavina
Nozze di sangue
Storia di violenza coniugale


Di recente la Cassazione italiana si è trovata a giudicare un caso di maltrattamenti in cui il marito si giustificava sostenendo di aver picchiato la moglie per educarla a diventare una brava donna di casa, esperta nella ‘gestione’ domestica. Suo scopo era stato quello – a suo avviso ragionevole, se non meritorio – di indurre la sua compagna a osservare regole di comportamento ispirate a un modello ideale di gestione familiare. Il suo era in sostanza il fine educativo che aveva legittimato tradizionalmente l’esercizio della potestà maritale. Tale argomentazione, sostenuta in primo grado e davanti alla corte d’appello di Torino, è stata infine respinta dalla Cassazione, che ha escluso qualsiasi rilievo al ‘fine educativo’ nel rapporto fra marito e moglie.» In queste pagine Marco Cavina indaga un tema di grande attualità, ricostruendo secoli di storia in cui la violenza maritale è stata prima giustificata dall’ambiente culturale circostante e poi divenuta un crimine perseguito in tutta Europa, ma la cui giustificazione è ancora fortemente radicata nel tessuto sociale. L’autore lavora su fonti dottrinali (teologi, precettisti morali, giuristi, politici), letterarie (novelle, commedie) e processuali, e le confronta con la cultura dominante nel corso dei secoli per poi esaminare gli ambiti nei quali maggiormente la violenza si è manifestata: quella correzionale diretta a educare la moglie, nel senso di farle rispettare le scelte che per l’intera ‘casa’ il marito riteneva di fare; la violenza sessuale, che si manifestava essenzialmente nello stupro dentro le mura domestiche e nel diritto del soddisfacimento del ‘debito coniugale’, intorno a cui ruotava sostanzialmente l’intero matrimonio nei suoi profili di ‘diritto sui corpi’; la violenza per l’onore sessuale, cioè il cosiddetto ‘delitto d’onore’, che in Italia è esistito fino a tempi recenti.