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e per assistenza nell'uso delle risorse della Biblioteca digitale.
Il personale fornisce inoltre informazioni su tutti i servizi bibliotecari.

mercoledì 28 aprile 2010

Nuovo arrivo

Gianluca Verrucci
Ragion pratica e normatività
Il costruttivismo Kantiano di Rawls, Korsgaard e O'Neil





Titolo
Ragion pratica e normatività. Il costruttivismo kantiano di Rawls, Korsgaard e O'Neill
Autore
Gianluca Verrucci
Editore
Mimesis, 2010
ISBN
8857500543, 9788857500546

Nuovo arrivo

Mario Arcelli
L'economia monetaria e la politica monetaria dell'Unione Europea

L'opera giunge alla sua nona edizione confermandosi come uno dei manuali di economia monetaria nonché di politica economica più diffusi e apprezzati. La trattazione è scorrevole e ricca di esempi legati alla cronaca internazionale e domestica nonchè di formule esamplificative utili per l'applicazione matematica delle teorie economiche esposte.

venerdì 23 aprile 2010

Giornata mondiale del libro
a Palermo
una “Marina di libri”


Una “Marina di libri” è il titolo della manifestazione che si svolgerà in occasione della Giornata Mondiale del libro e del diritto d’Autore che avrà luogo da giovedì 22 a sabato 24 aprile 2010 a Palermo. L’iniziativa vedrà coinvolte alcune strade e luoghi del centro storico come lo Steri a Piazza Marina, via Alloro, il teatrino di Ditirammu di via Torremuzza, la Libreria del Mare, le Officine Achab di via Alloro, la Lavanderia del Corso di via Vittorio Emanuele, la Galleria Expa di via Alloro, il Parco Letterario Tomasi di Lampedusa di vicolo della Neve all’Alloro 2, la Cana Enoteca di via Alloro, la Biblioteca Francescana di via Parlamento, il Centro delle Arti e delle Culture di Tavola Tonda, in piazza Tavola Tonda, l’Associazione “Il Settecento” di Palazzo Fatta in Piazza Marina, la Fondazione Sambuca di via Alloro, il Kursaal Kalhesa di Foro Umberto, il Garage di piazzetta Resuttano, l’Hotel Porta Felice di via Torremuzza, ed infine l’Altro Arteconteporanea di via Torremuzza, 6.
Durante la manifestazione si alterneranno rappresentazioni teatrali, laboratori di scrittura, di lettura e fumetto, presentazione di libri, mostre, esposizioni fotografiche, proiezioni di video, tavole rotonde, incontri letterari ed infine vi sarà una lunga file di bancarelle tra via Alloro e via Vetreria dove il vero ed indiscusso protagonista sarà il libro. Saranno presenti case editrici palermitane, il tutto contornato da una colonna sonora curata dalla fondazione The Brass Group.
Un vero e proprio happening del libro e della cultura in cui il cittadino si riapproprierà del territorio attraverso la cultura del libro alla scoperta della sua identità.


Il programma è consultabile al seguente link:
clicca qui

Nuovo arrivo

The Philosophy of International Law
Samantha Besson,John Tasioulas

Anteprima disponibile



International law has recently emerged as the subject-matter of an exciting new field of philosophical investigation. The Philosophy of International Law contains 29 cutting-edge essays by leading philosophers and international lawyers, all published here in English for the first time, that address the central philosophical questions about international law. The volume's overarching theme is the moral and political values that should guide the assessment and development of international law and institutions. Some of the essays tackle general topics such as the sources and legitimacy of international law, the nature of international legal adjudication, whether international law can or should aspire to be 'democratic', and the significance of state sovereignty. The other contributions address philosophical problems arising in specific domains of international law, such as human rights law, international economic law, international criminal law, international environmental law, and the laws of war.This volume is the most up-to-date and comprehensive treatment of the philosophy of international law in existence. It is also distinguished by its 'dialogical' methodology: there are two essays on each topic, with the second author engaging with the arguments of the first. It is an invaluable resource for anyone seeking a deeper understanding of the nature and value of international law.

Nuovo arrivo

La construcción coherente del Derecho
Mario Ruiz Sanz




El razonamiento jurídico es un proceso que se construye a partir de hechos y normas. Estos componentes básicos de la juridicidad deben de estar en cierta medida ordenados y sistematizados, con la finalidad de que los operadores jurídicos pueden realizar su labor de la forma más adecuada o ajustada posible. La idea de que el derecho ha de ser coherente sugiere que se muestre como un conjunto de elementos no aislados ni independientes entre sí para que pueda ser interpretado y aplicado con sentido y corrección. En este libro, se manejan y explican diversas concepciones o teorías características de la epistemología y filosofía contemporánea, así como nociones diferentes de los que se entiende por coherencia del derecho, relacionadas con diversos sentidos de la idea de verdad en su aplicación al ámbito jurídico, en un intento por reflexionar acerca de la labor interpretativa de los jueces y en especial sobre la justificación y motivación de las sentencias judiciales.
Indice:
I. Positivismo jurídico y coherencia
1. Los postulados del modelo legalista
2. El sistema: entre normas y antinomias
3. Insuficiencias y límites de formalismo
II. Coherencialismo, epistemología y verdad
1. El marco del razonamiento práctico
2. ¿Coherencia vs. correspondencia?
3. La aportación paragmática del consensualismo
4. Una posición reasuntiva: realismo interno y verdad procedimental
III. La integridad en Dworkin y sus críticas
1. Presupuestos metodológicos e ideológicos
2. La absorción de la coherencia por la integridad
3. Algunas dudas sobre el modelo Dworkiniano: la respuesta de Raz y otros críticos
IV. Los argumentos jurídicos y la coherencia normativa
1. De la consistencia a la coherencia
2. Criterio y argumento de coherencia
3. Constructivismo, creencias y razones
4. Conjeturas sobre la mejor teoría del derecho
V. Los hechos y la coherencia narrativa
1. Narración, relatos y mundos posibles
2. La verdad procesal: entre hechos y prueba
3. Silogismo judicial, probabilidad y motivación de las sentencias
4. Indicios y razonamiento abductivo: ¿inocentes o culpables?
5.Límites a la coherencia narrativaNota final. La coherencia en el derecho: entre la argumentación y el discurso narrativo
Mario Ruiz Sanz. Profesor Titular de Filosofía del Derecho. Universitat Rovira i Virgili (Tarragona).

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Criaturas de la moralidad: Una aproximacion neoconstitucionalista al derecho
ALFONSO GARCIA FIGUEROA




El constitucionalismo (o neoconstitucionalismo) es la doctrina que describe y prescribe la transformación experimentada por los ordenamientos jurídicos en su tránsito desde el Estado liberal clásico al Estado constitucional actual En la ciencia del Derecho.
Altre informazioni sul libro

Titolo
Criaturas de la moralidad: Una aproximacion neoconstitucionalista al derecho

Editore
TROTTA, 2009

ISBN
8498790808, 9788498790801

giovedì 22 aprile 2010

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La forza dell'esempio. Il paradigma del giudizio
Alessandro Ferrara




Titolo
La forza dell'esempio. Il paradigma del giudizio

Editore
Feltrinelli, 2008
ISBN
8807104369, 9788807104367
Scambiarsi la veste. Stato e Chiesa al governo dell'uomo

Gustavo Zagrebelsky





Titolo
Scambiarsi la veste. Stato e Chiesa al governo dell'uomo

Editore
Laterza, 2010
ISBN
884209059X, 9788842090595

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Vagueness
Timothy Williamson

Anteprima limitata

Vaguenessprovides the first comprehensive examination of a topic of increasing importance in metaphysics and the philosophy of logic and language. Timothy Williamson traces the history of this philosophical problem from discussions of the heap paradox in classical Greece to modern formal approaches such as fuzzy logic. He illustrates the problems with views which have taken the position that standard logic and formal semantics do not apply to vague language, and defends the controversial realistic view that vagueness is a kind of ignorance--that there really is a grain of sand whose removal turns a heap into a non-heap, but we cannot know which one it is.

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DIZIONARIO DI ECONOMIA CIVILE

ZAMAGNI STEFANO - BRUNI LUIGINO






Editore: Città Nuova

Collana: Grandi opere

Pubblicazione: 09/2009

Numero di pagine: 830

venerdì 16 aprile 2010

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Robert M. Solow
John B. Taylor

Inflazione, disoccupazione e politica monetaria







Il libro è una pubblicazione del Massachusetts Institute of Technology, ed è costituito da due testi centrali, in cui Robert Solow si chiede se la prudenza della banca centrale sia sempre una virtù, e John Taylor indaga le linee guida di politica monetaria per l'occupazione e la stabilità del livello dei prezzi. Seguono i commenti di B. Friedman, J. Galbraith, N. G. Mankiv, W. Poole, cui i due autori infine replicano e rispondono.


Dettagli del prodotto


Titolo: Inflazione, disoccupazione e politica monetaria


Traduttore: Barile G.
Editore:
Etas (collana Economia e storia economica)
Data di Pubblicazione: 1998
ISBN: 9788845309205
Dettagli: p. 128

giovedì 15 aprile 2010

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Herman Cappelen and Ernie Lepore
Insensitive Semantics
A defense of Semantic Minimalism and Speech Act Pluralism

Anteprima limitata




Insensitive Semantics is an overview of and contribution to the debates about how to accommodate context sensitivity within a theory of human communication, investigating the effects of context on communicative interaction and, as a corollary, what a context of utterance is and what it is to be in one.
Provides detailed and wide-ranging overviews of the central positions and arguments surrounding contextualism
Addresses broad and varied aspects of the distinction between the semantic and non-semantic content of language
Defends a distinctive and explanatorily powerful combination of semantic minimalism and speech act pluralism
Confronts core problems which not only run to the heart of philosophy of language and linguistics, but which arise in epistemology, metaphysics, and moral philosophy as well

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Michael Woodford
Interest & Prices
Foundations of a Theory of Monetary Policy




This long-awaited book by master macroeconomist Michael Woodford belongs on the bookshelf of every economist. Woodford is well-known as one of the world's current most original thinkers in economics. In this book you will find not only a unified treatment of the theoretical foundations of monetary policy, optimal policy inertia, indicator variables for optimal policy, monetary policy in a world without money, fiscal requirements for price stability, optimal rules for setting interest rates, and much more, but also practical details of implementation such as methods used by various central banks for controlling interest rates."--William A. Brock, University of Wisconsin, Madison
"Michael Woodford's "Interest and Prices" is a major contribution to economics. The book it most resembles is Patinkin's classic "Money, Interest, and Prices" now nearly 40 years old--and it may well have the same impact. Woodford's book illustrates the immense progress that macroeconomics has made in the past generation, from its careful treatment of dynamics and of optimizing behavior, to its discussion of optimal monetary policy. It is an impressive intellectual achievement, all the way from abstract theory to Taylor rules for central banks. I have gone to it, pen and paper in hand, many times over the past few years when it was still a manuscript. Each time, I found it illuminating. This book is a classic."--Olivier Blanchard, Massachusetts Institute of Technology
"The ideas contained in Michael Woodford's book "Interest and Prices" have influenced the way central bank economists-to say nothing of academic economists-in every corner of the world think about the conduct of monetary policy. These ideas form the most significant original book-length contribution to monetary economics since Don Patinkin's "Money, Interest, and Prices." Woodford's insights into a cashless world will prove enduring."--Fumio Hayashi, University of Tokyo, author of "Econometrics"
"This is the most important book in monetary theory in at least two decades, illustrating all the major conceptual ideas in modern monetary economics, and then some. Woodford's book is especially commendable for its forward-looking elements, such as how to conduct monetary policy in a near cashless society, and how international currencies may coexist when global financial markets become truly integrated. Some of the individual chapters are already firmly established as standard technical references for modern methods in monetary policy economics. By showing how to stretch the limits of purely analytical methods, the book also builds a bridge from classical monetary theory to modern computational macroeconomics, possibly pointing the way to a new generation of medium-scale macroeconomic models."--Kenneth Rogoff, Economic Counselor and Director of Research, International Monetary Fund
"This book is a masterpiece. Michael Woodford provides a lucid dynamic synthesis of two schools of thought--Monetarism versus New Keynesianism--that have recently been the subject of a remarkable convergence of thinking among macroeconomists."--Assaf Razin, Tel Aviv University, author of "Fiscal Policies and Growth in the World Economy"
"This is a landmark work that reevaluates monetary theory and policy in an intertemporal optimization framework with sticky prices. Well written, it systematically revisits classic issues in monetary theory and allows rigorous welfare analyses."--Maurice Obstfeld, University of California, Berkeley, coauthor of "Foundations of International Macroeconomics"
"A new landmark treatise on monetary theory. A must read for econo-nerds."--N. Gregory Mankiw, Chairman of the Council of Economic Advisors, citing his "favorite purchase of 2003" in "The New York Times"

mercoledì 14 aprile 2010

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Context-sensitivity and semantic minimalism: new essays on semantics and Pragmatics
Gerhard Preyer and Georg Peter

Fifteen specially written papers examine the ways in which the content of what we say is dependent on the context in which we say it. At the centre of the current debate on this subject is Cappelen and Lepore's claim that context-sensitivity in language is best captured by a combination of semantic minimalism and speech act pluralism. Using this theory as their starting point, the contributors to this volume develop a variety of different views about the role of context in communication, and reveal its wide-ranging implications for all issues in the philosophy of language and linguistics.

giovedì 8 aprile 2010

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Collana 'Habermasiana'


1 -
Ingeborg Maus
Diritti umani, democrazia e organizzazione globale
La teoria del formalismo giuridico sviluppata da Ingeborg Maus postula una indeterminazione materiale di libertà ed eguaglianza che solo il processo di positivizzazione compiuto dell'autolegislazione democratica della cittadinanza può concretizzare. Pur condividendo i princìpi del positivismo democratico di Habermas, Ingeborg Maus vede il processo di globalizzazione in una luce più pessimistica. Habermas e Brunk­horst vedono nelle teorie di Kelsen e nella Carta ONU una costituzionalizzazione già operante del diritto internazionale (anche se tale costituzionalizzazione non basta a garantire la democrazia). Maus invece interpreta la Carta ONU come mero trattato pattizio. E tale deve rimanere – secondo lei – in assenza di una organizzazione giuridica adeguata a livello globale. Interpretare già oggi la Carta ONU nei termini di una costituzione significa dare spazio all'imperialismo egemonico delle grandi potenze, che deformalizzano il diritto piegandolo ai propri interessi geopolitici. Ingeborg Maus è professoressa emerita di Teoria politica e Storia delle idee alla Wolfgang Goethe Universität di Francoforte. Ha studiato il giusnaturalismo democratico settecentesco, la rivoluzione conservatrice degli anni venti, la filosofia del diritto di Heller e di Carl Schmitt. Ha fatto parte del gruppo di lavoro promosso dalla "Deutsche Forschungsgemeinschaft" da cui sono nate opere come Fatti e norme di Habermas, Der Sinn für Angemessenheit di Klaus Günther, Kontexte der Gerechtig­keit di Rainer Forst. Tra le sue opere più importanti, oltre a una imponente produzione saggistica: Zur Aufklärung der Demokratietheorie (Frankfurt-Main 1992); Rechtstheorie und politische Theorie im Industriekapitalismus (München 1986); Bürgerliche Rechtstheorie und Faschismus (München 1980).
Indice:
1. Diritti di libertà e sovranità popolare. La riscostruzione habermasiana del sistema dei diritti.
2. Il Kant di Habermas.
3. Costituzione o Trattato. Per una politica mondiale della legalità e per una critica della teoria habermasiana della costituzionalizzazione internazionale.
2 -
Hauke Brunkhorst
La rivoluzione giuridica di Hans Kelsen e altri saggi
La rivoluzione giuridica del ventesimo secolo ha avuto successo ma è tuttora incompiuta. Invece della democrazia, abbiamo un costituzionalismo che blocca di fatto la realizzazione dei diritti umani e il mantenimento delle solenni promesse di eguaglianza. Sennonché Kant continua ad avere ragione: anche diritti umani malamente distorti sul piano organizzativo e ambiziose promesse di democrazia sono pur sempre diritto e non filantropia. Si tratta di qualcosa che – stampata nero su bianco nei testi delle leggi e delle costituzioni – non resta del tutto innocua e senza conseguenze: è qualcosa che può reagire" Hauke Brunkhorst è professore di sociologia all'università di Flensburg e coordinatore del master internationale "European Studies" delle università di Flensburg e Süd-Dänemark. Nel 2009-2010 professore ospite alla "New School of Social Research" di New York. Tra le molte opere, Der 18. Brumaire des Louis Bonaparte (Frankfurt-Main 2007); Solidarität. Von der Bürgerfreundschaft zur globalen Rechtsgenossenschaft (Frankfurt–Main 2002; trad. inglese: Solidarity: From Civic Friendship to a global Legal Community, Cambridge MA, 2005); Habermas (Philipp Reclam, Stuttgart 2006; trad. it. Habermas, Firenze University Press, Firenze 2008).
3 -
Thomas M. Schmidt
Discorso religioso e religione discorsiva nella società postsecolare
Come esseri razionali finiti, i cittadini credenti e i cittadini laici devono egualmente sforzarsi di credere (senza nessuna assicurazione trascen­den­te) che continui ad aver successo la necessaria scambievole traduzione tra le loro fondamentali intuizioni normative e le procedure razionali della scienza e della volontà civico-democratica". Thomas M. Schmidt (1960) è professore di Filosofia della religione nel Dipartimento "Katholische Theologie" alla Wolfgang Goethe Universität di Francoforte. Professore ospite alla St. Louis University (2001) e alla University of Washington (2004) di Seattle (USA). Nel 2009 Distinguished Visiting Fellow allo Helsinki Collegium for Advanced Studies. Socio dello "Excellenzcluster: die Herausbildung normativer Ordnungen" di Francoforte. Vicedirettore della Deutsche Gesellschaft für Religionsphilosophie. Tra le molte pubblicazioni: Vernünftiger Pluralismus, rationaler Glaube (Habilitationsschrift, 2000); Anerkennung und Absolute Religion (Stuttgart/Bad Cannstatt, 1997). In trad. it.: La coscienza religiosa e il concetto filosofico di Dio, in E. Bidese et alteri, a cura di, Il Dio della ragione e le ragioni di Dio (Albo Versorio, Milano 2009); Fede religiosa e argomenti secolari. Sulla razionalità delle convinzioni religiose nelle società pluralistiche, in G. E. Rusconi, a cura di, Lo stato secolarizzato nell'età postsecolare (Mulino, Bologna 2009).
Indice:
1. Giusnaturalismo e tavola dei comandamenti. La religione come fonte prepolitica dei diritti umani?
2. Discorso religioso e religione discorsiva nella società postsecolare.
3. Natura umana e manipolazione genetica. Su "Il futuro della natura umana" di Habermas.
4. Teologia postsecolare del diritto. Per una critica della "ortodossia radicale".
4 -
Ingeborg Maus
Diritti umani, democrazia e organizzazione globale
La teoria del formalismo giuridico sviluppata da Ingeborg Maus postula una indeterminazione materiale di libertà ed eguaglianza che solo il processo di positivizzazione compiuto dell'autolegislazione democratica della cittadinanza può concretizzare. Pur condividendo i princìpi del positivismo democratico di Habermas, Ingeborg Maus vede il processo di globalizzazione in una luce più pessimistica. Habermas e Brunk­horst vedono nelle teorie di Kelsen e nella Carta ONU una costituzionalizzazione già operante del diritto internazionale (anche se tale costituzionalizzazione non basta a garantire la democrazia). Maus invece interpreta la Carta ONU come mero trattato pattizio. E tale deve rimanere – secondo lei – in assenza di una organizzazione giuridica adeguata a livello globale. Interpretare già oggi la Carta ONU nei termini di una costituzione significa dare spazio all'imperialismo egemonico delle grandi potenze, che deformalizzano il diritto piegandolo ai propri interessi geopolitici. Ingeborg Maus è professoressa emerita di Teoria politica e Storia delle idee alla Wolfgang Goethe Universität di Francoforte. Ha studiato il giusnaturalismo democratico settecentesco, la rivoluzione conservatrice degli anni venti, la filosofia del diritto di Heller e di Carl Schmitt. Ha fatto parte del gruppo di lavoro promosso dalla "Deutsche Forschungsgemeinschaft" da cui sono nate opere come Fatti e norme di Habermas, Der Sinn für Angemessenheit di Klaus Günther, Kontexte der Gerechtig­keit di Rainer Forst. Tra le sue opere più importanti, oltre a una imponente produzione saggistica: Zur Aufklärung der Demokratietheorie (Frankfurt-Main 1992); Rechtstheorie und politische Theorie im Industriekapitalismus (München 1986); Bürgerliche Rechtstheorie und Faschismus (München 1980).
Indice:
1. Diritti di libertà e sovranità popolare. La riscostruzione habermasiana del sistema dei diritti.
2. Il Kant di Habermas.
3. Costituzione o Trattato. Per una politica mondiale della legalità e per una critica della teoria habermasiana della costituzionalizzazione internazionale.
5 -
Leonardo Ceppa
Il diritto della modernità. Saggi habermasiani
Né l'impegno volontaristico delle ideologie marxistiche, movimentistiche e cattoliche, da un lato, né l'empirismo metodologico delle scuole neo-illuministiche (Della Volpe, Abbagnano, Bobbio), dall'altro, hanno mai riconosciuto i vincoli universalistici della ragione pratica kantiana. Per un verso, si punta ancora sulla vecchia metafisica dialettica della storia, per cui la forza del negativo (della devianza, della protesta sociale, della trasgressione) produrrebbe automaticamente il progresso (in questo senso è ancora la lotta di classe a legittimare la democrazia e non viceversa). Per l'altro verso, qualunque pretesa di trascendenza normativa, universalismo pratico, fondazione razionale, è vista come dogmatica e reazionaria (in questo senso Bobbio diceva che compito dell'intellettuale è "seminare dubbi"). Insomma: la giustizia resta cognitivamente "insondabile" e praticamente affidata alla forza (invece che cognitivamente "inesauribile" e politicamente affidata alla democrazia) e i vincoli di legittimità restano "convenzionali" (castelli di carte soggetti ai venti della storia, invece che razionalmente fondati).
Parte prima.
Per un positivismo democratico
1. I contenuti etici della democrazia habermasiana.
2. Un saggio di Habermas su Löwith.
3. Il dibattito Denninger-Habermas sulla costituzione.
4. Diritto ostituzionale versus diritto egemonico.
Parte seconda.
Per un riformismo spregiudicato.
5. Lotte di riconoscimento nella società democratica.
6. La revisione di Habermas nella prefazione del 1990.
7. Recuperare le religioni per rilanciare la democrazia..
8..Senza religioni, niente democrazia.
Parte terza.
Il postmodernismo democratico (stat pro ratione voluntas).
9. Il nazionalismo umanitario di Thomas Mann.
10. I fondamenti del diritto: Günther versus Teubner.
11. Gunther Teubner: costituzionalizzare il politeismo.
12. L’affetto antimoderno di Michel Foucault.
6 -
Armin von Bogdandy e Ingo Venzke
In nome di chi? Giurisdizione internazionale e teoria del discorso
Noi siamo dell’idea che le corti internazionali non siano sufficientemente legittimate per funzionare come istituzioni che perseguono interessi comunitari né abbiano legittimazione sufficiente per essere considerate un momento della strategia di legittimazione per il potere pubblico di altre istituzioni, siano esse Stati o burocrazie internazionali. In quanto portatori di sovranità, anche le corti internazionali hanno bisogno – questa è la nostra convinzione profonda – di un’auto­noma giustificazione, che costituisca una garanzia secondo i criteri elaborati dalle teorie della democrazia. In modo acuto, Martti Koskenniemi afferma "It is high time that international adjudication were made the object of critical analysis instead of religious faith" (A. von Bogdandy, Ingo Venzke). Armin von Bogdandy è direttore dell’Istituto Max-Planck di Diritto Pubblico Comparato e Diritto Internazionale di Heidelberg e professore presso la Facoltà di Giurisprudenza della Goethe-Universität di Francoforte. Tra le ultime pubblicazioni: Europäisches Verfassungsrecht. Theoretische und dogmati­sche Grundzüge (insieme a Jürgen Bast, 2a ediz., Springer, Heidelberg, 2009). Ingo Venzke è ricercatore presso l’Istituto Max-Planck di Diritto Pubblico Comparato e Diritto Internazionale di Heidelberg. Tra le ultime pubblicazioni: Legal Contestation about 'Enemy Combatants': On the Exercise of Power in Legal Interpretation, in "Journal of International Law & International Relations" 5, 2009; International Bureaucracies in a Political Science Perspective - Agency, Authority and International Institutional Law, in "German Law Journal" 9, 2008.
INDICE:
I. Il problema in sintesi
II. La giurisdizione internazionale come esigenza centrale della politica di sviluppo progressivo del diritto internazionale
III. Il problema della giustificazione
A. Conoscenza e decisione
B. L’esercizio del potere pubblico
C. Il potere giudiziario senza un potere legislativo efficiente
1. Lo sganciamento del diritto dalla politica
2. L’argomento costituzionalistico
3. La frammentazione: un problema per la democrazia
IV. Approcci per affrontare il problema
A. Procedimento e politicizzazione: le forme della legittimazione
1. L’ineludibilità della questione democratica
2. Il procedimento
a. Pubblicità e trasparenza
b. L’intervento del terzo
c. Amicus Curiae
3. Politicizzazione
B. Indipendenza, imparzialità e scelta dei giudici internazionali
1. Indipendenza e imparzialità
2. Elezioni e foro democratico
3. Parlamentarismo sopranazionale
C. L’interpretazione sistemica: una strategia democratica?
V. Il ruolo degli organi costituzionali
VI. In nome di chi, dunque?
Postfazione di Enrico Daly
7 -
Mauro Piras
Pluralismo religioso e moralità democratica.Saggi du Rawls e Habermas
Le democrazie stanno facendo l’apprendistato del pluralismo. Questo però ci mette di fronte a un dilemma: come è possibile garantire il rispetto di culture diverse e, allo stesso tempo, dei diritti individuali? La proposta avanzata in questo volume è la seguente: sviluppare un’idea di democrazia liberale consapevole dei propri presupposti morali, ma allo stesso tempo capace di rendere questi presupposti inclusivi nei confronti qualsiasi cultura. Una fondazione morale della liberaldemocrazia è l’unico modo di confutare il luogo comune della “crisi del liberalismo”, addebitata al presunto “deficit morale” della democrazia liberale. Allo stesso tempo, questa fondazione non può portare a fughe in avanti verso improbabili “identità cristiane” o “valori occidentali”; deve muoversi nel terreno comune condivisibile da culture differenti. Queste tesi si appoggiano sul liberalismo politico di John Rawls, proponendone una interpretazione libera, nel confronto con altre posizioni teoriche, in particolare con un altro classico della filosofia politica contemporanea, Jürgen Habermas. Mauro Piras insegna Filosofia e Storia al Liceo “Gioberti” di Torino. Laureato in Storia Moderna all’Università di Pisa, ha conseguito un Dottorato in Filosofia presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, con una tesi su conoscenza storico-sociale, ermeneutica e razionalità (Weber, Gadamer, Habermas). Ha scritto saggi su sacro e razionalizzazione in Durkheim, Weber e Habermas; su Bourdieu, Larmore e Ricœur; su religione e democrazia, e sui problemi del costituzionalismo globale. Si occupa attualmente di filosofia politica, in particolare di liberalismo politico e di giustizia globale.
Indice:
Introduzione
Capitolo 1. Il ruolo pubblico della religione: spazi e limiti
Capitolo 2 . Pluralismo religioso e ragione pubblica
Capitolo 3. Osservazioni sui fondamenti morali del liberalismo politico
Capitolo 4. Diritti e doveri della religione nella società democratica
8 -
Klaus Günther
Responsabilità e pena nello Stato di diritto
Piena responsabilità del persona e piena corresponsabilità della società: questi i caposaldi della teoria di diritto penale qui sviluppati da Klaus Günther. L'enfasi simultanea sulla autonomia giuridico-morale del cittadino e sulla autonomia politica della cittadinanza rinviano, per un verso, al­la tradizione hegeliana della prima scuola di Francoforte (dialettica di individuale e universale tramite radicalizzazione degli opposti: durch die Extreme hindurch) e, per un altro verso, all'idea habermasiana dello sciogli­mento della violenza selvaggia nel crogiuolo della ragione comunicativa.In questa luce si deve leggere la provocatoria proposta di staccare il reato dalla pena, sostituendo la punizione con misure di prevenzione e risocializzazione. "Dal momento che la pena non è mai servita a prevenire alcunché, e dal momento che la prevenzione negativa tramite castigo non è mai stata efficace, non ci resta nessuna giustificazione convincente per una 'pena' nel senso di 'infliggere sofferenza'. La pena non ha nessun senso che vada al di là del messaggio comunicativo proprio del verdetto di colpevolezza. Si dischiude così lo spazio per forme alternative di risposta: accomodamento tra vittima e colpevole, risarcimento del danno, assistenza sociale, risocializzazione". Professore di teoria del diritto, diritto penale e diritto processuale, alla Goethe-Universität di Francoforte, Klaus Günther (classe 1957) ha insegnato anche a New York, Oxford e Parigi. Dal novembre 2007 portavoce dell'Excellenzcluster "Formation of Normative Orders" presso l'università di Francoforte. Oltre ai fondamentali Der Sinn für Angemessenheit (Suhrkamp 1988, trad. inglese SUNY-Press 1993) e Schuld und kommunikative Freiheit (Klostermann 2005), è autore di un'ampia produzione saggistica di filosofia del diritto (rintracciabile in www.jura.uni-frankfurt.de/ifkur1/guenther).
Indice:
1. Assunzione di responsabilità nella società civile
2. Che concetto di persona occorre alla teoria discorsiva? Sul nesso interno tra persona deliberativa, cittadino e persona giuridica
3. Autorizzazione versus disciplinamento. La responsabilità nel capitalismo contemporaneo
4. Critica della pena
I. Critica delle giustificazioni tradizionali della pena
II. Giustificazioni apocrife della pena
III. Critica del bisogno di punizione
9 -
Enrico Zoffoli
La soluzione habermasiana al particolarismo dei valori
A proposito dell'etica di genere La teoria morale di Jürgen Habermas si fonda sulla distinzione tra valori particolaristici, relegati a modelli storici di “vita buona”, e norme che aspirano ad un riconoscimento morale universale. Eppure questa distinzione sembra vacillare nell’ulti­mo Habermas, che conferisce un peso sempre maggiore a visioni del mondo di ascendenza etico-religiosa. In particolare, la presa di posizione di Habermas contro l’eu­genetica migliorativa sembra riproporre con forza l’esigenza di ripensare quel crocevia di intuizioni etico-religiose pre-morali che brulicano sul fondo della coscienza moderna. Ma può la ragion pratica della morale kantiana fondarsi su basi intuitive pre-morali? Può Habermas difendere allo stesso tempo l’idea di un’auto­comprensione etica del genere umano e l’universalismo della morale? L’autore cerca di dare una risposta a questi interrogativi prendendo spunto da alcuni fondamenti teorici del pensiero habermasiano. Enrico Zoffoli (1982) è dottorando presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Darmstadt. Lavora ad un progetto di ricerca all’interno del Cluster di Eccellenza Die Herausbildung normativer Ordnungen con sede all’Università di Francoforte sul Meno. Ha scritto per "Teoria Politica" e "Rivista critica del diritto privato".
Indice: Faktizität e Geltung, Kant versus Rousseau, Norme versus valori, Intrinseca interdipendenza dei concetti di Faktizität e Geltung, Funzione dei concetti Faktizität e Geltung all’interno dell’etica, Peculiarità del caso dell’etica, Natura “funzionale” del rapporto Faktizität/Geltung in etica, I rischi di un’eugenetica liberale, La nozione habermasiana di Gattungsethik, Fatti, norme, etica di genere, Dimensione religiosa dei dilemmi bioetici, Excursus: Il caso parallelo di Ronald Dworkin .
10 -
Regina Kreide
Politica globale e diritti umani
Potenza e impotenza di uno strumento politico
I diritti umani sono ancora uno strumento politico efficace a sessanta anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo? Il libro di Regina Kreide cerca di rispondere a questa domanda prendendo spunto da alcune questioni stringenti di politica globale. Fino a che punto la fame nel mondo può essere ritenuta una violazione dei diritti umani? I diritti umani sono irrimediabilmente “occidentali” o possono godere di validità universale? Esiste un diritto globale alla democrazia? Basandosi sugli ultimi sviluppi della teoria del discorso habermasiana, l’autrice discute la possibilità di una giustificazione globale dei diritti umani, pronunciandosi a favore di un diritto umano alla partecipazione demo­cra­tica, che ritiene efficace anche in un mondo governato da una pluralità di ordinamenti giuridici. Regina Kreide è docente di Teoria Politica e Storia delle Idee al diparti­mento di scienze politiche della Justus-Liebig-Universität di Gießen. Tra le sue pubblicazioni e curatele: Transnationale Ver­recht­lichung. Nationale Demokratien im Kontext globaler Politik (con Andreas Nieder­berger), Francoforte sul Meno/New York 2007; Staatliche Souverä­ni­tät und transnationales Recht (con Andreas Niederberger), Monaco di Bavie­ra, 2008; Habermas-Handbuch. Werk und Wirkung (con Hauke Brunk­horst e Cristina Lafont), Stoccarda/Weimar, 2009
Indice:
La discussione sui diritti umani La specificità dei diritti umani
Diritti umani e autonomia sociale
1.Il dibattito sulle rivendicazioni sociali a livello globale
1.1. Giustificazione di tipo “funzionalistico”
1.2.Concetto “espansionistico” di libertà
1.3.Autonomia sociale
2.Rivendicazioni di “che cosa”?
2.1.Beni fondamentali e risorse
2.2.Pari opportunità di benessere
2.3.“Capacitazioni”
3.Operatività, legittimazione a esercitare il diritto (Anspruchs­berechtigung) e doveri 3.1.Dimensione
3.2.Legittimazione a esercitare il diritto
3.3.Doveri
4.Violazioni dei diritti umani sociali ed economici
Diritti umani e autonomia politica
1.Un diritto umano alla democrazia?
1.1.Valori interculturali
1.2.Cultura politica
1.3.Accordo ragionevole
2.Dalla morale alla democrazia
2.1.Il principio del coinvolgimento nel contesto politico
2.2.La prassi dell’addurre ragioni
2.3.Funzione dei diritti umani
3.Giuridificazione
3.1.Il modello del negoziato
3.2.Il modello deliberativo
3.3.L’efficacia degli argomenti normativi
4.Il rapporto tra diritti umani e democrazia
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Armin von Bogdandy e Sergio Dellavalle
Paradigmi dell'ordine
La condizione dell’ordine, ovvero l’esistenza di regole condivise che garantiscono l’interazione pacifica tra individui e gruppi a livello locale come globale, costituisce il fondamento imprescindibile della convivenza sociale. Il primo saggio, ad opera di Armin von Bogdandy e Sergio Dellavalle, ricostruisce la storia dei "paradigmi dell’ordine" attraverso i secoli. La presentazione si conclude col paradigma comunicativo, nell’elabora­zio­ne che ne ha dato in primis Jürgen Habermas, interpretato come affascinante tentativo di preservare, di fronte alle sfide del mondo contemporaneo, l’idea di un ordine giuridico universale e cosmopolitico. Nel secondo contributo von Bogdandy e Dellavalle si concentrano invece sulle possibilità e i limiti della "lex mercatoria": paradigma d'ordine tra attori privati e una delle alternative meglio articolate con cui si trova oggi a fare i conti il paradigma comunicativo. Nel terzo e quarto capitolo Dellavalle applica il paradigma comunicativo a due questioni specifiche: il fondamento teorico della tutela dei diritti umani e l’integrazione costituzionale sovranazionale con riferimento al costituzionalismo multilivellare del­l’Unio­ne Europea. Armin von Bogdandy è direttore dell’Istituto Max-Planck di Diritto Pubblico Comparato e Diritto Internazionale di Heidelberg e professore presso la Facoltà di Giurisprudenza della Goethe-Universität di Francoforte. Sergio Dellavalle è direttore di ricerca presso l’Istituto Max-Planck di Diritto Pubblico Comparato e Diritto Internazionale di Heidelberg, docente di Dottrina dello stato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino e docente di Diritto dell’Unione Europea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Piemonte Orientale.
Indice:
I.Universalismo rinnovato Il cosmopolitismo di Habermas alla luce dei paradigmi concorrenti 1.1.Introduzione
1.2.Paradigmi dell’ordine
1.2.1.Il particolarismo olistico come primo paradigma dell’ordine
1.2.2.La prima rivoluzione paradigmatica: dal particolarismo all’universalismo
1.2.3.La seconda rivoluzione paradigmatica: dall’olismo all’individualismo
1.3.La crisi delle teorie unitarie dell’ordine e il paradigma comunicativo di Habermas
1.3.1.La decostruzione del pensiero unitario ad opera della teoria dei sistemi e del pensiero postmoderno
1.3.2.Il paradigma comunicativo di Habermas come difesa dell’universalismo
1.4.Il paradigma comunicativo di Habermas come base concettuale per una teoria del diritto pubblico statale e sovrastatale
II.Oltre la dimensione pubblica? L’ipotesi di un ordine globale di attori e interessi privati nella teoria della lex mercatoria
2.1.La lex mercatoria come nuovo paradigma dell’ordine 2
.2.Tentativi storici di un approccio teorico all’idea di un ordine globale degli interessi privati 2.2.1.La teoria dell’«economia universale» dell’antichità
2.2.2.La lex mercatoria del medioevo
2.2.3.La dottrina del libero commercio
2.3.La lex mercatoria della teoria dei sistemi
2.3.1.Le caratteristiche del diritto globale
2.3.2.La differenziazione del diritto
2.3.3.La nuova lex mercatoria
2.4.L’ineludibilità della dimensione pubblica
III.Tutela dei diritti umani “dall’alto” o “dal basso”? Interpretazioni discendenti e ascendenti tra universalismo e sovranità popolare
3.1.“Universale comunità umana” o “sovranità popolare”: su quale principio può essere meglio fondata una valida tutela dei diritti umani?
3.2.L’interpretazione discendente dei diritti umani: il fondamento “dall’alto”
3.2.1.Dai nomoi particolari al nomos universale
3.2.2.Normatività universale, dignità umana e jus individuale come precondizioni concettuali dell’idea di una tutela cosmopolitica dei diritti umani
3.2.3.I deficit della concezione discendente
3.2.3.1.Pregiudizio e discriminazione
3.2.3.2.Il deficit epistemologico
3.2.3.3.Quis custodiet custodes?
3.3.L’interpretazione ascendente, ovvero la fondazione “dal basso” dei diritti umani
3.3.1.Dalla giustizia oggettiva al diritto individuale
3.3.2.I limiti della concezione ascendente
3.3.2.1.L’alienazione dei diritti
3.3.2.2.Diritti del cittadino o diritti umani?
3.4.Prospettive di una fondazione teorica della protezione dei diritti umani “dal basso” all’interno di un sistema giuridico multilivellare
3.4.1.La novità della proposta kantiana e la sua (relativa) inadeguatezza
3.4.2.Ipotesi di sistema multilivellare dei diritti sulla base del paradigma comunicativo IV.Integrazione sociale attraverso il diritto Dalle costituzioni nazionali al diritto pubblico multi­livel­lare nell’esempio dell’Unione Europea
4.1.Ordine normativo e integrazione sociale
4.2.I contenuti del concetto di “costituzione” e la sua funzione integrativa
4.2.1.La “costituzione” come definizione delle competenze del potere pubblico e della sua organizzazione
4.2.2.La “costituzione” come garanzia della tutela dei diritti individuali
4.2.3.La “costituzione” come salvaguardia normativa della legittimità del potere pubblico 4.2.4.La “costituzione” come fondazione dell’identità della comunità politica
4.3.Recenti sviluppi del diritto primario dell’Unione Europea, con particolare riferimento all’integrazione costituzionale
4.3.1.Organizzazione, limitazione e finalità del potere pubblico nell’Unione Europea
4.3.2.La tutela dei diritti fondamentali nel diritto dell’Unione
4.3.3.Democrazia sovranazionale e suoi deficit
4.3.4.La difficile ricerca di una base giuridica dell’identità europea
4.4.Il Trattato di Lisbona quale rifiuto della Costituzione Europea – e come parte del costituzionalismo europeo
4.5.I limiti posti all’integrazione sociale al di là dell’identità costituzionale nazionale da parte della giurisprudenza costituzionale
4.5.1.La dottrina dei “controlimiti” della Corte Costituzionale
4.5.2.La difesa della cittadinanza da parte del Tribunal Constitucional
4.5.3.Pouvoir constituant e integrazione sovranazionale nella giurisprudenza del Conseil Constitutionnel
4.5.4.La concezione sostantiva dell’identità nazionale e i limiti alla integrazione europea nelle sentenze del Bundesverfas­sungsgericht
4.6.Il contributo del diritto pubblico all’integrazione sociale nazionale e sovranazionale
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Axel Honneth
La stoffa della giustizia
I limiti del proceduralismo
Se non possiamo più pensare il materiale della giustizia nella forma di beni distribuibili a piacere, giacché dobbiamo invece pensarlo come l’insieme di rapporti sociali reciproci – allora anche le condizioni di fondo del proceduralismo non possono più essere salvate. Infatti ora, improvvisamente, non ci possiamo più raffigurare gli attori deliberanti come posti davanti a qualcosa di cui essi possano disporre liberamente, unicamente in base a condizioni di giustizia da essi stessi stabilite. I rapporti di riconoscimento – che, dopo quanto detto finora, si rivelano essere le condizioni decisive dell’au­to­nomia personale – non costituiscono un tipo di materiale disponibile per una libera allocazione. Nei loro confronti non ci possiamo porre nel ruolo di decisori che, come al tavolo da disegno, vogliono decidere della loro giusta organizzazione o distribuzione. Quei rapporti di riconoscimento rappresentano piuttosto delle forze storicamente consolidate, che già da sempre agiscono su di noi alle nostre spalle. Volersene liberare, per afferrarli complessivamente dall'esterno, costituisce un’illusione vana e inutile, così come l’inten­zione di costruirli o distribuirli a nostro piacere”.
Axel Honneth (Essen 1949) è il successore di Habermas alla cattedra francofortese di filosofia. Direttore dello Institut für Sozial­forschung – di cui ha riaperto nel 2004 la storica rivista (WestEnd. Neue Zeitschrift für Sozialforschung, Stroemfeld Verlag) – ha riformulato la Teoria critica in una teoria del “riconoscimento” come grammatica morale dei conflitti sociali. Nei due saggi qui tradotti, fa giocare le dimensioni intersoggettive del riconoscimento contro le dimensioni meramente formali della giustizia distributiva, della democrazia procedurale e del cosmopolitismo giuridico. Tra le sue opere tradotte in italiano: Riconoscimento e disprezzo (Rubettino 1993), Critica del potere (Dedalo, 2002), La lotta per il riconoscimento (il Saggiatore, 2002), Il dolore dell’indeterminato (Manifestolibri, 2003), Reificazione (Meltemi, 2007), Redistribuzione o riconoscimento? (con Nancy Fraser, Meltemi, 2007).
Capitolo primo Qual è la stoffa della giustizia? Sui limiti del proceduralismo contemporaneo Capitolo secondo Il riconoscimento degli Stati. Sul fondamento morale delle relazioni interstatali
Postfazione di Cristina Caiano

martedì 6 aprile 2010

Convegno

Centro Siciliano di Documentazione “ Giuseppe Impastato”
A.S.G.I. (Associazione Studi Giuridici Immigrazione)
Giuristi Democratici

Il Tempo e la Giustizia
Processo penale e crisi della legalità

Palermo
12 aprile 2010 ore 16,00
Aula Sturzo
Dipartimento Studi su politica, diritto e società
Università degli Studi di Palermo
Piazza Bologni 8
The Future Governance of Citizenship
Dora Kostakopoulou

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In much of the citizenship literature it is often considered, if not simply assumed, that citizenship is integral to the character of a self-determining community and that this process, by definition, involves the exclusion of resident 'foreigners'. Dora Kostakopoulou calls this assumption into question, arguing that 'aliens' are by definition outside the bounds of the community by virtue of a circular reasoning which takes for granted the existence of bounded national communities, and that this process of collective self-definition is deeply political and historically dated. Although national citizenship has enjoyed a privileged position in both theory and practice, its remarkable elasticity has reached its limit, thereby making it more important to find an alternative model. Kostakopoulou develops a new institutional framework for anational citizenship, which can be grafted onto the existing state system, defends it against objections and proposes institutional reform based on an innovative approach to citizenship.

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Does God belong in public schools?
Kent Greenawalt

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Controversial Supreme Court decisions have barred organized school prayer, but neither the Court nor public policy exclude religion from schools altogether. In this book, one of America's leading constitutional scholars asks what role religion ought to play in public schools. Kent Greenawalt explores many of the most divisive issues in educational debate, including teaching about the origins of life, sex education, and when--or whether--students can opt out of school activities for religious reasons. Using these and other case studies, Greenawalt considers how to balance the country's constitutional commitment to personal freedoms and to the separation of church and state with the vital role that religion has always played in American society. Do we risk distorting students' understanding of America's past and present by ignoring religion in public-school curricula? When does teaching about religion cross the line into the promotion of religion? Tracing the historical development of religion within public schools and considering every major Supreme Court case, Greenawalt concludes that the bans on school prayer and the teaching of creationism are justified, and that the court should more closely examine such activities as the singing of religious songs and student papers on religious topics. He also argues that students ought to be taught more about religion--both its contributions and shortcomings--especially in courses in history. To do otherwise, he writes, is to present a seriously distorted picture of society and indirectly to be other than neutral in presenting secularism and religion. Written with exemplary clarity and even-handedness, this is a major book about some of the most pressing and contentious issues in educational policy and constitutional law today.

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Worst-case scenarios
Cass R. Sunstein

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Nuclear bombs in suitcases, anthrax bacilli in ventilators, tsunamis and meteors, avian flu, scorchingly hot temperatures: nightmares that were once the plot of Hollywood movies are now frighteningly real possibilities. How can we steer a path between willful inaction and reckless overreaction?
Cass Sunstein explores these and other worst-case scenarios and how we might best prevent them in this vivid, illuminating, and highly original analysis. Singling out the problems of terrorism and climate change, Sunstein explores our susceptibility to two opposite and unhelpful reactions: panic and utter neglect. He shows how private individuals and public officials might best respond to low-probability risks of disaster--emphasizing the need to know what we will lose from precautions as well as from inaction. Finally, he offers an understanding of the uses and limits of cost-benefit analysis, especially when current generations are imposing risks on future generations.
Throughout, Sunstein uses climate change as a defining case, because it dramatically illustrates the underlying principles. But he also discusses terrorism, depletion of the ozone layer, genetic modification of food, hurricanes, and worst-case scenarios faced in our ordinary lives. Sunstein concludes that if we can avoid the twin dangers of over-reaction and apathy, we will be able to ameliorate if not avoid future catastrophes, retaining our sanity as well as scarce resources that can be devoted to more constructive ends.

sabato 3 aprile 2010

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Truth without objectivity
di
Max Kölbel

Truth without Objectivityprovides a critique of the mainstream view of "meaning". Kolbel examines the standard solutions to the conflict implicit in this view, demonstrating their inadequacy and developing instead his own relativist theory of truth. The mainstream view of meaning assumes that understanding a sentence's meaning implies knowledge of the conditions required for it to be true. This view is challenged by taste judgements, which have meaning, but seem to be neither true nor false.

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John Arthur Lucy

Language diversity and thought:

a reformulation of the linguistic relativity hypothesis

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Language Diversity and Thought examines the Sapir-Whorf linguistic relativity hypothesis: the proposal that the grammar of the particular language that we speak affects the way we think about reality. Adopting a historical approach, the book reviews the various lines of empirical inquiry that arose in America in response to the ideas of anthropologists Edward Sapir and Benjamin L. Whorf. John Lucy asks why there has been so little fruitful empirical research on this problem and what lessons can be learned from past work. He then proposes a new, more adequate approach to future empirical research. A companion volume, Grammatical Categories and Cognition, illustrates the proposed approach with an original case study. The study compares the grammar of American English with that of Yucatec Maya, an indigenous language spoken in southeastern Mexico, and then identifies distinctive patterns of thinking related to the differences between the two languages.

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Kent Greenawalt

Religion and the Constitution

Establishment and Fairness

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Balancing respect for religious conviction and the values of liberal democracy is a daunting challenge for judges and lawmakers, particularly when religious groups seek exemption from laws that govern others. Should students in public schools be allowed to organize devotional Bible readings and prayers on school property? Does reciting "under God" in the Pledge of Allegiance establish a preferred religion? What does the Constitution have to say about displays of religious symbols and messages on public property? Religion and the Constitution presents a new framework for addressing these and other controversial questions that involve competing demands of fairness, liberty, and constitutional validity. In this second of two major volumes on the intersection of constitutional and religious issues in the United States, Kent Greenawalt focuses on the Constitution's Establishment Clause, which forbids government from favoring one religion over another, or religion over secularism. The author begins with a history of the clause, its underlying principles, and the Supreme Court's main decisions on establishment, and proceeds to consider specific controversies. Taking a contextual approach, Greenawalt argues that the state's treatment of religion cannot be reduced to a single formula. Calling throughout for acknowledgment of the way religion gives meaning to people's lives, Religion and the Constitution aims to accommodate the maximum expression of religious conviction that is consistent with a commitment to fairness and the public welfare.